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JÓZSEF NAGY
retica dello spirito, cioè
d ó ì ’Estetica,
che ci offre la conoscenza indivi
duale [ ...] .
Quando Croce decise di risalire a Vico, aveva già elaborato la sua posi
zione relativa all’identità della filosofia con la storia e si rese conto [...] del
fatto che tale posizione fosse stata anticipata da Vico [...]. Ciò che Croce co
glie giustamente in Vico è la concezione immanente della storia. Egli com
prende che l ’idea vichiana della provvidenza è compatibile con quella del
l’immanenza16.
È un ulteriore merito di Kelemen la pubblicazione in ungherese del
The idea o f history
di Robin G. Collingwood, lavoro nel quale riveste
senz’altro grande importanza il capitolo dedicato a Vico. Come è noto,
secondo l’interpretazione neohegeliana dello studioso inglese, nella teo
ria storico-linguistica - nettamente anticartesiana - di Vico, « il movi
mento ciclico non è semplicemente il mero movimento circolare della
storia in un cerchio composto da fasi determinate: non si tratta di un cer
chio, ma di una spirale, giacché la storia non si ripete mai, ma passa sem
pre ad una nuova fase, in una forma che è stata creata dalle fasi prece
den ti».17
Kelemen è anche autore di uno studio importante (e - al momento
della stesura della presente rassegna - il più recente per un autore un
gherese) sulla filosofia del linguaggio di Vico, del cui universalismo esa
mina le divergenze rispetto ai grammatici cartesiani di Port-Royal; fon
damentalmente, Vico formulava la propria concezione filosofico-lingui-
stica non già nei termini della grammatica universale, ma piuttosto in
quelli della
lingua m en tale comune™.
Secondo la ricostruzione di Kele
men, nella concezione vichiana il linguaggio universale può essere ca
ratterizzato come segue:
16 I
d
.,
Idealismo e storicismo nell’opera di Benedetto Croce,
cit., p. 68. Anche in altri stu
di su Croce viene analizzata l ’influenza di Vico sul filosofo neoidealista: per esempio nel vo
lume di M.
K
apo
SI,
Intuició és kòltészet - Benedetto Croce esztétikàja
[Intuizione e poesia -
L’estetica di Benedetto Croce],
Budapest, Nemzeti Tankònyvkiadó, 1994, l’importanza di Vi
co sul pensiero crociano viene trattata nel capitolo intitolato «Storicità e permanenza dell’ar
te» (cfr. in partic. pp. 37-42). Un altro esempio si trova nel volume di J.
T
akà
CS,
Benedetto
Croce miivészetelméleti nézetei [La teoria dell’arte di Benedetto Croce],
Budapest, Akadémiai,
1981, in partic. pp. 23-24.
17 R. G.
C
ollingwood
,
Atòrténelem eszméfe,
a cura di J. Kelemen, tr. ungh. di I. Orth-
mayr, Budapest, Gondolat, 1987, pp. 119-120.
18 Cfr. J.
KELEMEN,
Vico nyelvfilozófiàfa [La filosofia del linguaggio di Vico],
in
Nyelvfi-
lozófia Locke-tól Kierkegaard-ig [Lafilosofia del linguaggio da Locke a Kierkegaard],
a cura di
K.
Neumer, Budapest, Gondolat,
2004,
p.
83.