BREVE RASSEGNA SULLA FORTUNA DI VICO IN UNGHERIA
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in grado di interpretare Vico in modo efficace. L’analisi del pensiero di
Vico è preceduta da uno sguardo generale che (assumendo come punto
di partenza il pensiero di Vico e di Schleiermacher) attraversa il neokan
tismo e il neoidealismo e presenta alcuni momenti paradigmatici del pen
siero ermeneutico tardo-moderno e postmoderno (Gadamer, Derrida, Ri
coeur), fino a discutere i tentativi diretti a risolvere il problema della scis
sione tra filosofia analitica e ermeneutico-fenomenologica nel pensiero
occidentale (Skinner, Eco, Kelemen). La presentazione delle interpreta
zioni dell’opera di Vico viene effettuata contrapponendo tipologicamen
te quella neoidealista (analitica) e quella ermeneutica. In seguito all’ana
lisi della ricchezza interpretativa dell’opera vichiana, la conclusione prov
visoria nel saggio è che, nonostante - secondo l ’insegnamento di Eco -
sia utile imporre dei limiti alle possibilità dell’interpretazione, tale prin
cipio non sembra applicabile all’opera di Vico; questi appare come un
pensatore eclettico in diversi sensi: nella sua filosofia della storia (come è
stato giustamente messo in evidenza da Collingwood e Lowith) è simul
taneamente deterministico ed indeterministico; la sua concezione del lin
guaggio, nonostante la sua militanza anticartesiana, in conseguenza al
l ’accentuazione dell’aspetto creativo del linguaggio è piuttosto compara
bile a quella neocartesiana-innatista di Chomsky.
Si deve fare accenno a due ulteriori contributi sull’opera di Vico ap
parsi in Ungheria. Il primo, del 2002,
Kòltészet, revizionizmus, elfojtà s
,
in
A posztm odern irodalom tudomàny kialakulàsa [La form az ion e della
teoria letteraria postm od erna
], è la traduzione di un saggio di Harold
Bloom36 in un volume contenente diversi contributi sulla teoria lettera
ria postmoderna; Bloom pone al centro della propria analisi il concetto
di ‘tropo’, formulato nella teoria retorica di Vico; tale concetto (come la
retorica in generale) è considerato di carattere ‘difensivo’37, come una
auto-protezione di fronte alla morte. Un’analisi interessante e genuina
mente filosofico-linguistica sulle analogie tra la concezione linguistica
crociana e quella vichiana è stata poi pubblicata da Margit Kiss nel vo
lume bilingue
B en ed etto Croce 50 ann i dopò**.
36 H.
B
lo o m
,
Kòltészet, revizionizmus, elfojtàs,
in
Aposztmodern irodalomtudomàny kia
lakulàsa,
a cura di Bókay-Vilcsek-Szamosi-Sàri, Budapest, Osiris, 2002, pp. 310-324 (in par-
tic. pp. 311-315). Si tratta della traduzione del saggio,
Poetry, Revisionism, Repression,
in
I d .,
Poetry and Repression: Revisionism from Blake to Stevens,
New Haven, 1976, pp. 13-51.
37
lbid.,
p. 315.
38 M.
KlSS,
B. Croce e G.B. Vico a proposito della lingua,
in
Benedetto Croce 50 anni dopo -
Benedetto Croce 50 év utàn,
Budapest, Aquincum, 2004, pp. 389-392 (la versione ungherese
alle pp. 393-396).