NOTE SULL'EDIZIONE CRITICA DELLA
SCIENZA NUOVA 1730
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espressiva che non si può neutralizzare con un processo di normalizza­
zione, a riprova che, una volta intese le ragioni di fondo, anche le più mi­
nute opzioni lessicali sono tutt’altro che indifferenti in un filosofo che è
anche uno scrittore di vaglia. Non è stato forse Wittgenstein a sostenere
che in una goccia di grammatica si trova una nuvola di filosofia?
Sul piano più strettamente editoriale, si deve anche mettere in conto,
a riprova della complessità della fatica intrapresa, il modo molto specia­
le con cui Vico procedeva, intervenendo anche sulle copie a stampa. A
prima vista, mancando il manoscritto autografo di
Sn30,
parrebbe che
fosse sufficiente ripubblicare il testo a stampa. Sennonché Vico era soli­
to apporre agli esemplari che inviava agli «uomini di conto» ai quali pre­
meva di fare conoscere la sua opera delle postille autografe volta a volta
diverse che hanno obbligato l ’editore odierno a considerare tutti gli esem­
plari che di quell’edizione si sono conservati. Sembrerebbe che Vico al
momento di inviare un volume del suo capolavoro lo personalizzasse non
solo con una eventuale dedica ma anche con delle note a margine in fun­
zione dei destinatari, sottolineando o approfondendo degli aspetti che li
potevano interessare in modo particolare. L’esistenza di tante copie
ad h o c
rende la
Scienza nuova
del 1730 un caso filologicamente unico, o quanto
meno molto raro, non più riproponibile nella versione successiva che, es­
sendo uscita postuma, non potè essere distribuita dall’autore. Cristofoli-
ni ha pertanto dovuto catalogare ed esaminare tutte le copie a stampa esi­
stenti o comunque tutte quelle che nel frattempo sono state inventariate.
Va da sé che non tutti gli esemplari hanno uguale importanza, deter­
minata dal tenore delle annotazioni, che vanno da semplici correzioni
dei refusi a stampa a veri e propri approfondimenti concettuali. L’edito­
re ha quindi potuto stilare una gerarchia, che però non gli è potuta ser­
vire per disegnare una sorta di
stemma cod icum
, dal momento che nes­
suno di questi è realmente
descriptus
, ossia discendente da altri, essendo
ciascuno un
unicum
che possiede varianti d ’autore tra loro molto spes­
so diverse ma tutte degne di considerazione. Di conseguenza Cristofoli-
ni ha dovuto considerare tutte le sessantatré copie a stampa di cui si ha
notizia e tutte le postille manoscritte che vi sono sparse, la cui cronolo­
gia, per altro, rimane spesso di difficile definizione, per l’impossibilità di
individuare il momento in cui i volumi della
Scienza nuova
sono stati in­
viati ai destinatari.
Dalla rete delle spedizioni si può ricavare la politica culturale di Vi­
co, che cercava di coltivare le pubbliche relazioni sia in patria, con scel­
te comunque mai angustamente municipali, sia verso la «res publica lit­
teratorum» europea. Nel primo caso rientra la copia fatta avere a Cele­
stino Galiani, destinato a diventare cappellano maggiore del regno di Na­
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