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ANDREA BATTISTINI
poli. Nel secondo caso si può pensare al friulano Niccolò Concina, che
poteva costituire un viatico per i paesi in lingua tedesca. Oltre tutto i de­
stinatari si muovevano entro coordinate culturali affini a quelle di Vico,
che da ciò sperava di ottenere un’udienza non distratta. Non per caso
Concina pubblicherà nel 1734 uno studio su
Origines, fundam en ta et ca­
pita prima delin eatio iuris naturalis et gen tium
e nel 1736 una
lu ris natu­
ralis et gen tium doctrina m etaphysica asserta,
opere a loro volta lodate da
Vico nella
Scienza nuova
del ’44 per le critiche ai «tre sistemi di Grozio,
di Seldeno, di Pufendorfio». E non sarà da meno il fratello di Niccolò,
Daniele, che nel 1754 farà uscire un
Della religion e rivelata con tro g li
Ateisti, Deisti, Materialisti
, un
pamphlet
che rivela lo sforzo, non diver­
so da quello che fu di Vico, di interpretare il giusnaturalismo in modo
da conciliarlo con il dogma cristiano, lungo una via diversa da quella che
nel secondo Settecento seguirà Jean Barbeyrac, poi fatto proprio dalla
linea laica degli illuministi.
Per quanto i libri inviati ai corrispondenti abbiano a volte i vivagni
delle pagine gremiti di note vichiane, dal punto di vista filologico sono
ancora più importanti le copie di servizio, come quella denominata S,
dove, sentendosi più libero perché al riparo da occhi altrui, Vico non si
fa scrupolo di citare anche le fonti più compromettenti, quali Lucrezio
o Toumefort, taciuto nella stampa, e segna per distinguersene gli inter­
venti del revisore ecclesiastico Giulio Torno. Di analoga rilevanza sono
anche i due esemplari chiamati Hi e H
2
, che per Cristofolini sono quel­
li predisposti per le quarte correzioni. Plausibile in proposito la spiega­
zione che giustifica la loro duplicazione, dovuta al fatto che un testo era
diventato troppo pasticciato e quindi Vico ne dovette approntare un se­
condo. All’estremo opposto delle copie meno utilizzate spicca quella in­
viata al cardinale Lorenzo Corsini, che nelle more della stampa era in
quello stesso 1730 divenuto papa Clemente XII. Se è pressoché intonsa,
lo si deve alla gran fretta con cui era stata inviata, appena uscita dai tor­
chi. Né il destinatario deve averla mai compulsata, sia perché premuto
dai nuovi impegni di pontefice, sia perché è risaputo, anche dalla pre­
cedente odissea della prima edizione del ’25, che la
Scienza nuova
non lo
dovette mai interessare troppo.
Una volta compiuta la ricognizione delle molteplici varianti stivate
nelle copie sopravvissute, si è posto il problema di ridurre a unità que­
sto materiale magmatico. I criteri adottati, in linea con le esigenze della
filologia odierna, che si preoccupa di fornire edizioni rigorose e scienti­
fiche, ubbidiscono al rispetto delle lezioni originarie e all’integrità del te­
sto, spinto fino alla conservazione degli aspetti grafici, e soprattutto al­
l ’esigenza di dare la massima visibilità alla diacronia delle varianti. Dato
1...,138,139,140,141,142,143,144,145,146,147 149,150,151,152,153,154,155,156,157,158,...305