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ANDREA BATTISTINI
chiaro in
Sn25,
ha una sottolineatura che verrà a cadere anche nella suc­
cessiva
Sn44,
dove non figura più la pagina che, inserita tra la fine
dell’«Idea dell’opera» e il Libro primo, reca la seguente avvertenza:
«TRASCELTO
/ delì’Annotazioni, e dell’Opera /
DINTORNO
alla Natura co­
mune delle Nazioni. / In una maniera eminente / Ristretto, ed Unito /
E
principalm ente ordinato
/ alla Discoverta del vero Omero». Evidente­
mente, stando a questa nota, l’intera
Scienza nuova
è in funzione di Ome­
ro, che nemmeno nel ’44 godrà di uguale rilievo tipografico, per lo me­
no in una sede così marcata dal punto di vista semiotico come è Inoc­
chio» di un libro.
Nel ’3() Vico sembra nutrire una piena fiducia nel suo edificio spe­
culativo, nella grandezza dei risultati raggiunti, nel dialogo con i suoi de­
stinatari. Gli «
avvisi»
al
«L eggitore»,
e soprattutto ad «alcun
G iovine,
che voglia profittare di questa Scienza»
(Sn30,
93: la numerazione è qui
sempre quella originaria dell’ed. 1730), sono insistiti come non mai, e
sorretti da un afflato profetico e pedagogico che non avrà più uguali.
Nella stagione di massima determinazione e combattività, traspare tutto
l’orgoglio per un monumento che, come si è detto, è considerato dal­
l’autore «aere perennius». La
Scienza nuova
non nasconde la
« grande dif-
ficu ltà»,
necessaria «per intenderne i Principi». Anzi, in mancanza di una
« ind ifferen te curiosità»
e di una
«invitta Metafisica»,
è meglio che il let­
tore non la cominci nemmeno
(Sn30,
71-72). Il piglio è quello di Dante,
allorché a coloro che sono «in piccioletta barca», ossia che non possie­
dono una preparazione adeguata alla dura traversata della
Commedia,
consiglia di ritornare a riva, rinunciando all’impresa
[Par.,
II, 1-4). Ma
proprio come in Dante prevale in Vico la paziente opera chiarificatrice,
la determinazione a «
facilitare»
al
«b en ign o L eggitore
la lezion di que-
st’Opera», mai scindendo la risoluta vocazione didascalica da esortazio­
ni e incoraggiamenti che nel ’44, in anni che sembrano minati dalla stan­
chezza e da qualche delusione, verranno meno.
Tra gli espedienti pedagogici, che risentono della versione perduta
della cosiddetta
Scienza nuova in form a negativa,
figura anche la descri­
zione verbale di una «dip intura» del tutto opposta per «
bruttezza»
alla
«
bellezza»
di quella già rappresentata. Grazie all’edizione di Cristofoli-
ni siamo in grado di verificare meglio quanto più intensa sia la
v er v e
po­
lemica di Vico al tempo di
Sn30,
testimoniata dalla massiccia presenza
di esclamazioni sarcastiche, poi espunte in
Sn44,
con le quali si attacca­
no volta a volta la presunta sapienza riposta di Pitagora, la teoria intor­
no ai geroglifici di Pierio Valeriano, che non sarà più citato in
Sn44,
la
Fisica
di Renato delle Carte, che nel ’44 non verrà più chiamato in que­
sto modo, e che avrebbe cominciato questo suo trattato «da
Poeta»
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