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ANDREA BATTISTINI
le modificazioni apportate alla degnità I per coglierne non soltanto l ’«ap-
profondimento speculativo» ma anche l ’«approfondimento dell’espres­
sione». In effetti la prosa acquista un inedito incedere più cadenzato e
incisivo grazie allo speciale ritmo della frase che, esordendo con il rife­
rimento al
Y«huomo»,
finisce con il termine ad esso antitetico dell’« 17«/-
verso»,
nel quale «si rovescia» (
Sn44
, 72) la mente umana, giungendo
però, attraverso 1’
«ignoranza»,
a ricrearsi a sua somiglianza l’universo,
lungo un itinerario gnoseologico che costituisce appunto la «sapienza
poetica». Fubini però saltava nella sua fine esegesi il passaggio di
Sn30,
con un’analisi che metteva a confronto diretto
Sn25 e Sn44.
Basterebbe questa unica degnità I per dimostrare quanto fosse lon­
tano dal vero Fausto Nicolini quando, prescindendo affatto dalla lenta
e sofferta sedimentazione anche stilistica, giudicava «del tutto inutile te­
ner conto delle innumeri varianti meramente formali» di un testo a suo
dire privo «d i variazioni degne di nota» (G. V ico ,
La scienza nuova s e ­
conda giusta l ’edizione d e l 1744,
a cura di F. Nicolini, Bari, 19425, II, p.
378). Viceversa, con gli apparati della nuova edizione è possibile verifi­
care una serie di varianti che sono tutt’altro che insignificanti, soprat­
tutto perché si mostrano sistematiche, rispondenti a blocchi di interventi
raggruppabili che rispondono a logiche coerenti, di cui in questa sede si
forniscono le direzioni principali. Rispetto a
Sn44,
si può accertare in
Sn30
una più marcata presenza autoriale che vi fa rifluire echi dell’auto­
biografia. Per esempio l’affermazione, poi cassata nell’ultima edizione,
secondo cui, in riferimento alla
Scienza nuova,
«né altrimenti noi Fa­
remmo ritruovata, se non se la
Provvedenza Divina
ci avesse così guida­
to nel
co rso d e ’ nostri studi,
che,
non a vendo avuto maestri,
non ci deter­
minammo da
ninna pa ssion e d i scuola, o setta» (Sn30,
169), ricorda la
soddisfazione di ascendenza oraziana espressa nella
Vita
per «non aver
lui avuto maestro nelle cui parole avesse egli giurato», in modo da fare
« il maggior corso dei suoi studi senza niun affetto di setta» (G. ViCO,
Vi­
ta scritta da se m edesim o,
in
Opere,
cit., p. 25). Né questo mettersi alla ri­
balta con un’invadenza alla quale poi sarà messa la sordina è fenomeno
isolato, come si ricava dai confronti seguenti accomunati da un identico
intento:
la qual [guisa] così da noi
meditata
(
Sn30
,
276)
->
la quale così m edita­
ta
{Sn44,
268);
a tal borea di Nazioni
aggiugniamo noi la
borea d e’ Dotti (Sn30,
135)
->
a tal
boria di Nazioni
s’aggiugne qui la
boria d e’ Dotti
(
Sn44
,
74);
Quantunque la
Sapienza Poetica
da noi nel
Libro precedente
dimostrata
(Sn30,
355)
->
QUANTUNQUE
la
Sapienza Poetica,
nel
Libro precedente
già
dimostrata
(Sn44,
379).
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