NOTE SULL’EDIZIONE CRITICA DELLA
SCIENZA NUOVA 1730
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A un maggiore esibizionismo corrisponde un più risoluto vigore les­
sicale, fautore di una perentorietà degli asserti parimenti indebolita nel­
la versione estrema, come si evince da svariati casi, molto più frequenti
dei tre che qui si danno, per economicità:
delle cose dello spirito
[...] formiamo
idee di donne (Sn30,
204) -> for­
miamo
idee
per lo più
di Donne (Sn44,
154);
Proteo
[...]/#
tutte le form e si cangia (Sn30
,317 ) -> sempre in
nuovefo r­
me si cangia (Sn44,
331);
i Padri potevano
vendere essifigliuoli
fin’ a
tre volte (Sn30,
274) -> i Pa­
dri, ne’ primi tempi dovettero avere la potestà di
vendere veramente ifigliuoli
fin ’ a tre volte (Sn44,
264).
Nel primo caso la personificazione al femminile non avviene sempre,
ma solo in linea di massima («per lo più»); nel secondo Proteo non as­
sume più «tu tte» le forme, nel terzo il potere dei padri è ristretto ai «p ri­
mi tempi», e per di più il verbo «dovettero» connota una congettura,
un’ipotesi probabile, non più un sicuro dato di fatto. Nella stessa dire­
zione procedono per un verso la tendenza diffusamente elativa di
Sn30
e per un altro verso la parallela riduzione semantica a una più moderata
asserzione in
Sn44:
«essendo la
Repubblica Romana
caduta in questo
grandissimo disordine» (Sn30,
130) -> «ella era caduta in un tanto
gran­
d e d isord ine»
(
Sn44,
68);
«A gamennone
[ ...] è ’l
Generalissimo»
(
Sn30,
275) ->
«A gamennone
[ ...] è ’l General Capitano»
(Sn44,
267); «si è cre­
duto avere
sparso la m iglior Umanità
per lo Mondo»
(Sn30,
356) -> «si
è creduto avere
sparso l ’Umanità p er lo Mondo» (Sn44,
380). La stessa
opera di riduzione si attua a spese delle iterazioni sinonimiche:
allegorie sforzate, e sconce
(
Sn30,
317) ->
allegorie sforzate
(
Sn44,
331);
erano
temperati,
e
casti
co’ matrimoni
(Sn30,
23) -> erano
temperati
co’
matrimonj (
Sn44,
12);
divengano
naturalmente parchi, discreti, comportevoli (Sn30,
457) -> di­
vengano
naturalmente comportevoli (Sn44,
522).
Altrove sono singoli aggettivi che, non essendo propriamente indi­
spensabili o imprescindibili sul piano del significato, parranno a Vico su­
perflui nella versione più matura, e quindi soppressi, come per
«Ragion’
Eterna»
(
Sn30
, 132), «
importante Principio» (Sn30,222),
«vicine
poma»
(
Sn30
, 274), «
vasto m ostro» (Sn30,
317), «
in tiere nazioni» (Sn30,
20),
«barbare g elo sie» (Sn30,
408).
Ancora più vistoso è nel ’30 il fenomeno delle metafore che si posso­
no definire barocche, per l ’insistenza con cui esse si prolungano. E un re­
taggio degli anni giovanili che Vico ripudia nella
Vita
con la denuncia «del­
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