NOTE SULL'EDIZIONE CRITICA DELLA
SCIENZA NUOVA 17)0
159
scolo la prima volta in cui Vico ne segnala la nascita. Il risultato è che le
fasi dell’invenzione di questa «teogonia naturale», centrale nel pensiero
antropologico vichiano (cfr. R.
BASSI,
Favole v er e e sev ere,
Roma, 2004,
pp. 131-190), che con molta fatica si riescono a individuare nelle edizioni
moderne, risaltano con immediata evidenza nelle pagine di
Sn30
e di ri
flesso nell’ed. Cristofolini.
L’iconismo tipografico, non che essere una bizzarria stravagante, in
cide sullo stesso stile, in particolare sulla sintassi. I periodi vichiani, per
l ’intervento dell’esperto epigrafista, appaiono talvolta un’iscrizione dila
tata, simile a quelle da lui dettate per i maggiorenti del tempo e ricorda
te con qualche orgoglio nell’autobiografia
(Vita,
cit., pp. 63-64). Il risal
to visivo conseguente alla varietà del corpo delle lettere crea dei grumi
semantici che per la loro chiarezza immediatamente percepibile per
mettono alle frasi di allungare la propria gittata. Probabilmente periodi
che nelle edizioni moderne ci sembrano interminabili per l’espansione
laterale di incisi e di digressioni diventano più leggibili con la grafia re
stituita all’edizione originale. Tra l’altro, la mobilità irrequieta delle let
tere è di per sé un fattore di disgiunzione che per il suo impianto discréto
può sostituirsi al punto fermo, in Vico di gran lunga minoritario, di là
dalle convenzioni interpuntive sei-settecentesche, dei due punti e del
punto e virgola.
Questi appunti sulla parte che a prima vista sembrerebbe della mino
re importanza, e invece poi non lo è, ci fanno intuire gli altri meriti di Cri
stofolini, tenuto conto che prima di lui questa impresa non è mai stata
tentata da alcuno, e dopo 274 anni è stato il primo a restituirci
Sn30
con
tutte le sue stratificazioni. La fatica è valsa la pena, per lui e per noi, e il
buon esito dell’impresa è oggi motivo di grande soddisfazione per tutti.
Lo aveva per altro già previsto Eugenio Garin, nel 1973, quando su quel
«Bollettino del Centro di Studi Vichiani» dal quale era partita con Pio
vani l’idea di una riedizione completa delle opere di Vico scriveva a pro
posito dell’edizione critica di una qualsivoglia edizione delle tre
Scienze
n u o v e
: «se è impresa lunga, complessa, difficile e di gran lena, può anche
diventare un affascinante viaggio di scoperte, e un’avventura degli esiti
imprevedibili». Così è stato effettivamente, e si deve essere grati a Paolo
Cristofolini e a Manuela Sanna per averci messo nelle condizioni di con
dividere il lungo viaggio e l’avventura filologica da loro intrapresi.
A
ndrea
B
attistin i