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GIUSEPPE CACCIATORE
che «le aggiornate indagini sulla storia e la fortuna dell’opera di Vico
hanno misurato la definitiva distanza dagli interventi ecdotici di Fausto
Nicolini [ ...] benemerito per aver illuminato, alla luce degli individuati
materiali manoscritti e postillati, il processo di formazione della
Scienza
nu ova
, ma ansioso di finalizzarlo al passaggio ascendente e sempre mi
gliorativo dalla prima (1725) all’ultima edizione (1744)». Questa osser
vazione viene sostanzialmente ribadita anche da Paolo Cristofolini,
quando scrive che « l’operazione compiuta da Nicolini fa parte di un mo
do di studiare Vico in cui l’attenzione è rivolta più allo sbocco conclusi
vo della storia di una mente, che alla storia e alla critica dei testi».
A proposito dell’edizione anastatica dell’esemplare postillato della
Scienza nuova
del 1730 (a cura di Tessitore e Lomonaco e con una
Nota
a l testo
di Manuela Sanna e che rientra nel progetto di
C ollectio Vichia
na
promossa dalla Fondazione Piovani) conservato nella Biblioteca Na
zionale di Napoli, si può dire certamente che essa non costituisce sol
tanto un evento di carattere, per così dire, editoriale e bibliofilo, ma rap
presenta un ulteriore coerente momento di un complessivo progetto di
ricerca finalizzato alla conoscenza quanto più particolareggiata delle
stratificazioni e delle modificazioni che si susseguono nel testo. Si tratta
dunque di un ulteriore, importante tassello di un’opera che è certo ana
lisi di varianti filologiche, ma è anche - come ogni storia critica di un te
sto - interpretazione e ricostruzione di varianti logiche e concettuali.
Dunque, come hanno opportunamente sostenuto Tessitore e Lomona
co, la stampa dell’anastatica si può indubbiamente inserire in una «nuo
va strategia critico-filologica», interessata a mostrare l’evoluzione inter
na dell’opera, a raccogliere, riordinandoli, tutti i «materiali d ’autore» nei
differenti strati e momenti del loro autonomo divenire. Non è dunque
per mera coincidenza che siano venute a coincidere la pubblicazione del
volume dell’edizione critica e la stampa dell’anastatica, proprio perché,
come già affermava un esperto filologo vichiano alla fine degli anni ’70,
Vincenzo Placella, nessuna descrizione del testo, per quanto possa esse
re esauriente e priva di lacune, può sostituire il suo esame diretto, sia pur
grazie alla riproduzione anastatica. E la via maestra che consente di ave
re un approccio diretto al lavorio incessante di Vico intorno al testo che
per un quarto di secolo ha costituito il quotidiano e travagliato labora
torio di revisioni, correzioni, ripensamenti, integrazioni. Insomma, l ’uso
delle anastatiche (quelle curate dal Centro di studi vichiani, ma anche
quelle curate da un altro prestigioso centro del CNR, il Lessico Intellet
tuale Europeo, con le anastatiche della
Scienza nuova
1725 e 1744, ma
anche del
De antiquissima)
si è rivelato talvolta un passaggio ineludibile
per gli studiosi e i lettori che vogliano avere non solo strumenti biblio