NOTE SULL'EDIZIONE CRITICA DELLA
SCIENZA NUOVA 17)0
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Si tratta dunque di due punti importantissimi: non soltanto il luogo
in cui la scoperta viene messa in rilievo è del tutto cambiato, ma anche
l’osservazione che è «impossibile immaginare» quel pensare in caratteri
poetici, dunque la grande difficoltà della paternità del lettore, è rappre
sentata in questo punto cruciale della spiegazione. Vorrei però far nota
re che qui Vico non chiama ancora quella scoperta la «chiave maestra»
della sua filosofia.
Quinta osservazione.
La «Spiegazione». Vorrei individuare tre mo
menti della «Spiegazione», che per me è la parte più geniale di questo li
bro.
La prima considerazione riguarda il movimento tipografico. I «gero
glifici» sono sempre stampati in lettera maiuscola, ed è dunque facile in
dividuarli. Quando poi la spiegazione dei geroglifici è conclusa, Vico for
mula due conclusioni: una sulla lingua e una sul diritto. Successivamen
te cominciano i riassunti: Vico restringe sempre di più i geroglifici - e
dunque anche la «D ipintura» - fino a quella estrema riduzione che non
si trova ancora in questa parte del libro ma più avanti nelle appendici.
Leggo questa ultima riduzione dell’immagine, a p. 396, che è una specie
di riassunto strutturale della «Dipintura»:
E finalmente per restrignerla in una
somma brevissima.
TUTTA LA FIGU
RA
rappresenta gli
tre Mondi,
secondo l’ordine, col quale da
terra
si son’ al
cielo
levate le
Menti umane gentilesche.
TUTTI
i
GEROGLIFICI
più
BASST
com
pongono il
Mondo delle Nazioni:
il
GLOBO,
ch’è nel
MEZZO
rappresenta il
Mondo della Natura:
QUELLI,
che sono al di
SOPRA,
significano il
Mondo del
le Menti, e di Dio.
Questa è una riduzione strutturale estrema che Vico aggiunge nelle
«Correzioni Seconde».
L’altra considerazione che vorrei fare sulla «Spiegazione» riguarda la
presenza di un lettore esplicito a cui Vico dà dei consigli: «tu Leggito
re». Vico tratteggia l’immagine di un lettore ideale che deve avere certe
specifiche qualità per leggere il testo. È dunque presente nei
Cinque li
bri,
come elemento nuovo, una relazione pragmatica esplicita. Nello stes
so brano in cui parla del lettore, Vico parla di se stesso, dell’autore che
vorrebbe essere, e delinea una netta corrispondenza tra certe qualità del
lettore e certe qualità dell’autore.
La terza considerazione riguarda la «D ipintura», a cui Vico oppone
una «Controdipintura» (p. 55), creando un’immagine con le parole. Non
c’è quindi solo un’immagine vera - visiva - ma anche una immaginata
che riecheggia la parte critica della prima
Scienza nuova: