RECENSIONI
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duzioni editoriali sarebbero fortemente facilitati se potessero avere accesso ad
un indice che collegasse i paragrafi numerati di Nicolini ai numeri di pagina del
l’edizione critica. A quel punto non sarebbe difficile collegarli ai passi corri
spondenti dell’edizione anastatica. È da augurarsi fortemente che i gruppi di la
voro editoriali ai quali siamo tanto debitori siano disposti in futuro ad intra
prendere questo compito supplementare ma importante.
Per finire, rimane da sottolineare che il volume è estremamente ben realiz
zato, cosa per cui i curatori meritano le nostre più calde congratulazioni. Stam
pato in due colori con procedimento digitale, consente alle molte annotazioni
e interventi di Vico di emergere con chiarezza sullo sfondo del testo originale a
stampa, e rende gran parte di esse di facile lettura. La lettura di questo volume
è un’esperienza che umilia ma al tempo stesso eleva, perché fa comprendere
quanto tempo e quante difficoltà, in un periodo di malattia e di dolore molto
seri, Vico fosse pronto a dedicare allo sviluppo del proprio pensiero e al perfe
zionamento della sua espressione. Se non sempre fu uno studioso attento e ac
curato, egli rimase comunque fedele alla propria vocazione di studioso: le mol
te centinaia di annotazioni di questa copia attestano da sole quanto fosse di
sposto a prodigarsi, a costo della propria stessa salute, per la causa dello svi
luppo della sua visione di una ‘Scienza nuova’.
L
eon
P
ompa
(trad. David Armando)
E
nrico
N
uzzo
,
Tra ordine della storia e storicità. Saggi sui saperi della storia
in Vico,
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2001, pp. 334.
Ha probabilmente ragione Fulvio Tessitore quando, nell
'Introduzione
al vo
lume, segnala il non facile accesso a questo libro di Enrico Nuzzo. In esso, in
fatti, non si depositano soltanto ricchissimi giacimenti (peraltro non ancora tut
ti trasportati in superficie) di materiali di lettura, di interpretazioni finissime di
testi, di nuove ed originali proposte, a un tempo storico-filologiche e speculati
ve, ma si accumulano richiami e connessioni (resi ora più ora meno espliciti) al
la storia culturale e filosofica dei secoli XVII e XVIII, i quali testimoniano non
soltanto di una rete fittissima di conoscenze intellettuali e curiosità filosofiche
e letterarie, ma anche della dimestichezza con metodologie spesso diverse (la
storia della cultura e quella delle idee, la storia filosofica tradizionale, la me-
taforologia, la
Begriffsgeschichte),
ma sempre disposte in un equilibrato quadro
narrativo ed espositivo. Se ciò comporti la preferenza per la scrittura saggistica
(e per il sondaggio volta a volta organizzato intorno a un oggetto d’indagine e
intorno ad una ipotesi ermeneutica), piuttosto che per la monografia compatta
e la sintesi sistematica, poco importa, a mio parere. Quel che conta è che final
mente lo studioso di Vico e di problemi vichiani può disporre di un primo in
sieme unitario di lavori di uno dei più apprezzati conoscitori ed analisti con