RECENSIONI
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sponsabilità che può aver avuto Vico sull’idea micheletiana di ‘popolo’, o me­
glio, come e perché Michelet avrebbe potuto evitare - utilizzando quella tecni­
ca ‘diagnostica’ della quale Vico avrebbe voluto essere maestro - di cadere nel­
la difficile vanità del suo concetto di ‘popolo’ se avesse meglio compreso il pen­
siero vichiano? Cosa avrebbe dovuto comprendere? Prima di tutto, che l’idea
di «corso» è possibile solo come schema interno, con logiche interne che non
possono essere modificate da eventi esterni, ma che si ritrovano nella storia di
tutte le nazioni. In poche parole, che la storia dell’uomo è storia della sua uma­
nizzazione, anche attraverso un percorrere forme difficili e traumatiche, strade
tortuose e poco praticabili. Umanizzazione non nel senso biologico del passag­
gio all’umano da un passato ferino, ma nel senso di uno spiegamento della ra­
gione nella ricchezza di tutte le sue espressioni. Ogni tappa, ogni passaggio di
questo «corso» rappresenta qualcosa di essenziale. «L’originalità di Vico sta nel
non aver confuso il problema dell’‘eroe nella storia’ con quello dell’‘individuo
nella storia’. L’eroe non è affatto un individuo, non ‘fa’ nulla, non è ‘causa’ di
nulla, e tuttavia permette di comprendere la storia, perché ‘significa’» (p. 170).
M
anuela
S
anna
H
umberto
G
uido
,
Giambattista Vico. A Filosofia e a educagao da bumani-
dade,
Petrópolis, Vozes, 2004, pp. 126.
Docente presso l’Università di Uberlandia, Humberto Guido è tra i più at­
tivi e significativi studiosi del pensiero di Vico in Brasile, sulla cui recezione ha
anche curato una dettagliata rassegna nello scorso fascicolo di questo «Bollet­
tino». Nel volume, il cui sottotitolo,
Filosofia e educazione dell’umanità
, è estre­
mamente indicativo di un percorso di ricerca, Guido mette a frutto le esperienze
dei suoi precedenti contributi vichiani, offrendoci un testo mirato ad un preci­
so obbiettivo. Di fronte al progetto di una monografia su Vico - la seconda pub­
blicata in Brasile - si sono presumibilmente aperte all’A. due possibilità: quel­
la di fornire una specifica e dettagliata esposizione del pensiero del filosofo, ri­
percorrendone cronologicamente le tappe significative, o partire da un tema in­
dividuato secondo specifici personali interessi, intorno a cui far ruotare l’inte­
ro discorso. Guido sceglie questa seconda opzione, consapevole che spesso la
preoccupazione didattica induce a rimanere ancorati a certe premesse, ri­
schiando di eludere temi più delicati.
D’altra parte, è proprio la didattica, l
'educagao,
al centro dell’attenzione del-
l’A., ed è proprio questo l’elemento importante che individua in Vico e che ri­
cerca nelle sue opere con attenzione non pedante né conforme ai classici sche­
mi espositivi. In effetti, anche questa scelta di campo comporta una serie di op­
zioni, potendo percorrere la strada dell’esame ‘puntuale’ delle opere pedagogi­
che per eccellenza come le
Orazioni inaugurali,
o rivolgere l’attenzione all’evo­
luzione dell’umanità secondo Vico affrontando le scansioni presenti nella
Scien-
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