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RECENSIONI
(p. 98), laddove l’umanità per Vico si identifica «con l’educazione, con la for­
mazione dell’uomo nel mondo storico» (p. 97).
L’attenzione per l’infanzia è dunque sensibilità educativa che coniuga etica
ed estetica: «Vico non voleva che la filosofia consumasse l’infanzia, e meno che
mai che la scuola imbruttisse la mente del bambini. La ragione di Vico si vol­
geva contro i moderni educatori che pensavano che per la brevità dell’esisten­
za umana occorresse dare inizio subito, fin dall’infanzia, all’insegnamento del­
le scienze»; egli invece «era contrario ad abbreviare i momenti significativi del­
la vita, e mirava invece a valorizzare l’infanzia, che mostra tutta la bellezza del­
la genesi del pensiero umano, dello sviluppo sociale della ragione» (p. 100).
Si tratta di un invito a ringiovanire costantemente il mondo, che Humber­
to Guido raccoglie guardando al proprio Paese, la cui più recente trasforma­
zione politica e sociale richiede nuove strade da percorrere per affrontare pro­
blemi che trovano, come in questo caso, nel passato, delle proposte ancora sti­
molanti.
Non si può concludere questa breve lettura del volume senza ricordare la
presenza, in appendice, della prima traduzione portoghese del
De mente eroi­
ca,
ad opera dello stesso Guido. Dopo la traduzione della
Scienzanuova
del 1744,
è questa la seconda opera di Vico tradotta in Brasile; il curatore si è servito del­
l’edizione critica pubblicata dal «Centro di Studi Vichiani» del CNR e curata
da G. G. Visconti all’interno del volume dei
Varia. Il
De Mente heroica
e gli
scritti latini minori
(Napoli, 1996).
A
lessandro
S
tile
OLIVIER R
emaud
,
Les archives de l’humanité. Essai sur la philosophie de Vi­
co,
Paris, Editions du Seuil, 2004, pp. 414.
A valle di numerosi contributi vichiani dati negli ultimi anni, Olivier Re­
maud propone ora un ampio lavoro monografico che si presenta come una ve­
ra e propria lettura globale del pensiero di Vico. Il metodo d’indagine non vuo­
le essere «né aprioristico né atemporale» ma piuttosto «indiziario e priorita­
riamente immanente», teso a scoprire «i momenti in cui il pensiero di Vico si
drammatizza e mette in scena i mutamenti che lo toccano dall’interno». Di con­
seguenza Remaud dichiaratamente «abolisce la distinzione, generalmente ar­
bitraria, tra le opere dette minori e le opere dette maggiori» e s’impegna a «va­
lorizzare dei testi apparentemente secondari» e a «sforzarsi di leggere i più no­
ti senza supporre che tutti i loro elementi siano già dati». Il volume è articola­
to in un
Prologo
e due parti - ciascuna in due capitoli, più
Introduzione
e
Con­
clusione -
di cui l’una esplora il terreno antropologico rischiarato in opere co­
me le
Orationes
e il
De mente eroica,
tra le altre, mentre la seconda si concen­
tra sull’opera principale. Per Remaud si tratta di scandire così la storia di un
pensiero unico, se è vero che «tra la
Oratio
I del 1699 e la
Scienza nuova
del
1...,194,195,196,197,198,199,200,201,202,203 205,206,207,208,209,210,211,212,213,214,...305