RECENSIONI
217
sistenza di un vincolo gnoseologico tra metafora, concetti e lingua che Vico già
esponeva nella
Scienza nuova.
Vico dimostrò che la «logica poetica» costituisce
la facoltà preliminare che permette il comportamento simbolico umano. Gli
orientamenti più recenti della linguistica e della psicologia sembrano confer­
mare che i concetti e i simboli astratti derivano dal senso delle cose, e, dunque,
dalla percezione fisico-sensoriale. Appare evidente, quindi, che questo nuovo
filone della linguistica evoca nozioni vichiane. La visione vichiana costituireb­
be, secondo Danesi, una cornice teorica per approfondire in modo sostanziale
tutto ciò che oggi viene «scoperto» dalle scienze linguistiche e psicologiche. Vi­
co ci insegna che l’immaginazione creativa è l’essenza dell’umano ed è quindi
alla base dello sviluppo cognitivo e linguistico e che gli uomini, più che pensa­
tori razionali, sono degli «ingegnosi indovinatori».
V
alentina
S
ommella
GREGORIO C
alo
PRESE,
Opere,
rist. anast. a cura di F. Lomonaco e A. Mir­
to, Napoli, Giannini, 2004, pp. 565.
Nella storia degli studi su Gregorio Caloprese la pubblicazione in edizione
anastatica delle sue
Opere
a cura di Fabrizio Lomonaco e Alfonso Mirto segna
un evento di notevole importanza. È la prima edizione completa degli scritti, e
appare nel trecentocinquantesimo anniversario della nascita, a distanza di qua­
si tre secoli dall’ultima ristampa di uno dei suoi testi, le
Sposizioni
, incluse nel­
l’edizione delle
Opere di Monsignor Giovanni Della Casa
del 1733. Sarà, forse,
il caso di ricordare che l’assenza quasi totale di ristampe delle opere calopre-
siane ha corrisposto alla mancanza d’interesse e quindi al silenzio che la critica
ha per lungo tempo mostrato verso questo autore. Le tre ristampe delle
Sposi­
zioni,
ultima tra le quali quella del 1733 contenente le aggiunte dei due nuovi
«spositori» (Egidio Menagio e un anonimo), testimoniano più la continuità del­
la vecchia questione Petrarca-Della Casa nell’ambiente arcadico che non un in­
teresse per le teorie letterarie calopresiane. La situazione è progressivamente
cambiata a partire dal primo Novecento, tuttavia solo negli ultimi decenni si è
definitivamente registrato un rinnovato interesse per il pensatore di Scalea, in
virtù di un nuovo approccio allo studio della cultura napoletana del tardo Sei­
cento e di una crescente consapevolezza del carattere specifico e autonomo di
questa. Considerato in tale contesto, Caloprese ne appariva come un insigne
esponente. A questo rinnovato interesse non mancavano tuttavia difficoltà pra­
tiche, tra cui la limitata disponibilità degli scritti del pensatore calabrese e la
preoccupante mancanza di quel vigore critico necessario per ristampare l’inte­
ra sua opera e corredarla di un discorso esegetico, sebbene già nel 1923 Bene­
detto Croce avesse sottolineato l’urgenza e importanza di tale ristampa, e nel
1980 Salvo Mastellone si fosse adoperato a tal fine, senza tuttavia poter realiz­
zare il suo proposito, come ricorda Mirto (p. 60). La recente opera di Lomo-
1...,207,208,209,210,211,212,213,214,215,216 218,219,220,221,222,223,224,225,226,227,...305