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ALESSIA SCOGNAMIGLIO
dell’azione di ‘raccolta’ compiuta dal poeta fiorentino affonda le proprie
radici nella convinzione della preesistenza di una lingua volgare scritta
già comune all’Italia e, anteriormente, del latino7. In maniera analoga se­
condo il filosofo calabrese aveva agito molto prima anche Omero, ope­
rando la propria scelta creativa a partire da una lingua più antica: en­
trambi quindi - Omero e Dante - avevano adottato l’opzione vincente
di fare prevalere un dialetto - rispettivamente lo ionico e il toscano - su
tutti gli altri.
Per Vico, invece, all’altezza della
Scienza nuova
del 1725 (ma il riferi­
mento è già presente nel
De constantia
come lo sarà pure in seguito nel­
la lettera al Degli Angioli8) il dato di partenza è esattamente inverso: l’av­
vio del processo linguistico non risiede, come per Gravina, nella
ricchezza
della fonte d ’origine, ma al contrario in una condizione di difetto -
pe­
nuria -
propria della lingua dell’epoca barbarica. Il risultato complessi­
vo di sintesi al quale il filosofo napoletano approda è comunque identi­
co alle posizioni sostenute da Gravina: Dante, come Omero, ha raccol­
to un gran numero di «parlari», e la grandezza di entrambi i poeti - cia­
scuno nel proprio tempo e nella propria nazione - coincide con l’im­
portanza dell’operazione di ‘raccolta’compiuta.
Il
cerchio dunque sembrerebbe a questo punto quadrare: come G ra­
vina segue
Xauctoritas
di Castelvetro (sebbene si debba proprio a lui la
similitudine tra i due grandi poeti, i cui nomi invece il trattatista del Cin­
quecento non associa mai in maniera immediata), così Vico a sua volta
intorno al 1725 prende spunto dal filosofo calabrese.
Ma le cose, a ben vedere, non sembra siano andate effettivamente co­
sì. Ecco, infatti, quanto si legge nel
Dialogo della Volgar Lingua
dell’u­
manista Pierio Valeriano:
Di Dante già constò l’altr’hieri fra noi che, come Homero della Grecia,
così egli abbracciò tutte le lingue d’Italia, in che consiste questo nostro idio­
ma Italico9.
[1528],
in DegliAutori del Ben Parlare per Secolari, e Religiosi Opere Diverse. Intorno 1Alla
Favella Nobile D'Italia. 2Al Barbarismo, eSolecismo, Tropi, Figure, e altre Virtù e Vitijdel Par­
lare. 3 Agli Stili, e Eloquenza. 4 Alla Retorica.
5
All’Eloquenza Ecclesiastica,
in Venetia, nella
Salieata, MDCXLUI, con Licenza Dei Superiori, e Privilegio,
1
.1, p. 62).
7 Cfr.
supra
nota 4.
8 Cfr.
supra
nota 2.
9 P.
VALERIANO
[Giovanni Pietro Dalle Fosse],
Dialogo Della Volgar Lingua. Di Ciò: Pie­
rio Valeriano Bellunese. Non prima uscito in luce. All’Illustr.mo e Reverend.mo Sig. Il Principe
Don Carlo CardinaldeMedici. Con licenza de’Superiori, e Privilegio,
in Venetia, MDCXX, nel­
la Stamperia di Gio: Battista Ciotti, pp. 33-34; d’ora in poi
DVL.
Carlo Dionisotti ascrive la
composizione del trattato, che fu pubblicato postumo nel 1620, a dopo il 1524 (Cfr. C. Dio-
1...,228,229,230,231,232,233,234,235,236,237 239,240,241,242,243,244,245,246,247,248,...305