PICCOLE CI UOSE ALLA SCIENZA NUOVA TERZA
247
Ci tocca dare ragione a Nicolini, e le sole cose da ripristinare sono la
maiuscola e il corsivo. Si tratta, ripetiamolo, di una minuzia, ma la filo
logia di minuzie è fatta, alcune decisive per la corretta lettura del pen
siero, altre, come questa, no, ma indicative di certe attenzioni stilistiche
proprie di quella mente; e, pur non essendo decisiva, è un sintomo che
ci rende vigilanti nei confronti di ogni giudizio sommario sui predeces
sori. Nel caso di Nicolini, abbiamo qui un elemento indiziario di atten
zione sua verso il manoscritto, che ci orienta ad una valutazione equili
brata e sgombra da pregiudizi verso il suo operato critico ed ecdotico.
3.
Un’allusione nascosta: Severino Boezio.
Eccoci ora a un caso oppo
sto, non per un solo editore, ma per tutti. Un caso in cui la
editio prin
ceps,
da tutti rispettata e seguita, ha tenuta nascosta una perla che il ma
noscritto invece fa brillare. Siamo ancora al libro III, p. 381 della
editio
princeps,
là dove si contesta la sapienza riposta di Omero con l’esempio
dei suoi eroi, e del saggio Ulisse sopra tutti, i quali quando sono afflit
tissimi d ’animo pongono tutto il loro conforto nel vino e nell’ubriacar-
si. E così leggiamo nell’edizione a stampa: «Precetti in vero
di consola
zione
degnissimi di
Filosofo'.».
Lezione debole rispetto a quella del ma
noscritto: lì non si legge
«di consolazione
», bensì, con la debita sottoli
neatura che rimanda al corsivo,
«de Consolatione».
Questa era anche la
lezione della
Scienza nuova
del ’30
(Sn30,
357, ed. critica p. 293). Il ti
pografo del 1744 non ha capito e gli editori moderni non se ne sono ac
corti (ad eccezione del saggio ecdotico di Varvaro
et alii
in questo «Bol
lettino» V ili, 1978, pp. 37 e 43, dove però non è trascritta con esattez
za la lezione del ms. che fa per noi autorità), ma l’intenzione dottamen
te ironica è trasparente: contro il preteso Omero filosofo della tradizio
ne platonica Vico evoca qui per opposizione emblematica il titolo del ca
polavoro di Severino Boezio; un autore che a Vico è certamente noto,
come acutamente ha indicato Nicolini
(Comm.,
p. 237) almeno per il suo
commento alla
Topica
di Cicerone, anche se il
De consolatione philo
sophiae
non rientra nel novero delle opere filosofiche da lui espressa-
mente citate. In questo caso ci sembra di poter dire che il corretto re
stauro testuale arricchisce di un riferimento storico denso di significato
la presa di posizione vichiana sulla sapienza riposta e sulla barbarie.
P
a o lo
C
r isto fo l in i