AVVISATORE BIBLIOGRAFICO *
1
. Am oroso
Leonardo,
Scintille ebraiche.
Spinoza, Vico, Benamozegh,
Pisa, ETS, 2004,
pp. 153.
L’interessante studio di Amoroso si apre
con l’analisi delle due opere di Spinoza nelle
quali il riferimento alla civiltà ebraica è te
matico: il
Tracia!us theologico-politicus
(1670) e il
Compendium grammatices linguae
hebreae
(1677). II primo scritto è discusso so
prattutto in riferimento al rapporto che pro
pone tra ragione e religione, mentre del se
condo - tuttora poco studiato - sono messi
bene in luce i presupposti culturali e filoso
fici. Per gli aspetti ermcneutico-linguistici
che emergono dall’analisi, l’A. rileva come
l’opera di Spinoza presenti non poche affi
nità con quella di Vico: la concezione dei pro
feti e di Mosè del pensatore olandese non è,
infatti, poi tanto lontana da quella vichiana
dei poeti teologi e di Omero, sebbene il filo
sofo napoletano indaghi il mondo dei genti
li mentre Spinoza concentri la propria atten
zione su quello ebraico. Eppure - sottolinea
Amoroso - l’interesse che Vico dimostra nei
confronti della storia della civiltà ebraica è un
dato che non deve essere trascurato. A ri
prova di ciò, l’A. si richiama al
De antiquissi
ma,
dove rileva la presenza dei due temi fon
damentali del ‘fare’ e del ‘linguaggio’, tipici
anche della tradizione ebraica, e che Vico
stesso sviluppa - qui come nelle opere suc
cessive - riferendosi pure alla civiltà e alla
storia degli ebrei. Anche il
De uno,
non di
versamente dalla
Scienza nuova
del 1725,
prospetta l’importante tesi secondo la quale
Mosè fu non solo il primo filosofo, il primo
storico e il primo legislatore, ma anche il pri
mo poeta di una lingua che, a sua volta, fu
tutta poetica, ricca di «parabole e similitudi
ni». Questi argomenti - com’è noto - vengo
no da Vico totalmente espunti nella
Scienza
nuova
del 1744, dove non si parla più di Mo
sè come «sublime poeta», e gli ebrei non so
no più considerati «filosofi per natura», in li
nea con il radicale mutamento che - dal
Li
ber metaphysicus
sino alla redazione del ’44
della
Scienza nuova
- investe la concezione di
linguaggio, poesia e sapienza. Per il tema che
gli interessa approfondire, l’A. si chiede, per
tanto, se l’ebraismo, nell’impianto della teo
resi vichiana degli ultimi anni, non abbia una
rilevanza maggiore di quella che solitamente
gli viene attribuita: «identico a se stesso,
chiuso in se stesso, il popolo ebraico ha [...]
una storia tutta sua, che non conosce la se
conda origine, quella consistente nel ritorno
all’umanità dei bestioni, per il semplice fatto
che bestioni gli ebrei non furono mai [...].
Nella sua separatezza e come popolo della
memoria, il popolo ebraico è così, nella
Scien
za nuova,
un modello paradigmatico di urna-
*
La notizia bibliografica segnalala in questa rubrica non esclude che il medesimo scritto venga
successivamente analizzato e discusso in altra parte del Bollettino. Come è indicato dalle sigle in cal
ce, questi avvisi sono stati redattida DavidArmando
(D. A.),
Silvia Caianiello
(S. C.),
Rosario Diana
(R. D.),
Thomas Cilbhard
(Th. G.),
Fabrizio Lomonaco
(F. L.),
David Marshall
(D. M.),
Maurizio
Martirano
(M. M.),
Roberto Mazzola
(R. M.),
Leonardo Pica Ciamarra
(L. P. C.),
Monica Riccio
(M.
R.),
Manuela Sanna
(M. S.),
Alessia Scognamiglio
(A. Scogn.),
Alessandro Stile
(A. S.),
Gyózó Szabó
(G. S.),
Stefanie Woidich
(S. W.).