250
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
nità compiuta e un riferimento stabile ri
spetto al quale descrivere il mutevole corso
degli altri popoli. Espungere questo riferi
mento strutturalmente imprescindibile dalla
nuova scienza vichiana non significherebbe
perciò liberare il suo autore da ‘scrupoli re
ligiosi’, ma privare quel sistema del suo pe
culiare equilibrio o trasformarlo in una for
ma di storicismo troppo diverso da quello ef
fettivamente sostenuto da Vico» (p. 80). En
tro tale analisi una siffatta imprescindibilità
non vuole comunque escludere l’estrema dif
ficoltà, da parte di Vico, nel gestire questo ca
so particolare all’interno del proprio sistema
di pensiero.
Il terzo autore preso in esame nello stu
dio è il livornese Elia Benamozegh, del qua
le Amoroso ricorda le idee filosofiche di fon
do riguardo la relazione fra mosaismo e noa-
chismo ed ebraismo e cristianesimo, riferen
dosi in modo particolare alle sue opere più
importanti,
Israel et Humanité
(1885) e
Mo
rale juive et morale chrétienne
(1867). L’in
dagine si conclude con la discussione del rap
porto di Benamozegh con gli altri due filo
sofi: se del pensiero di Spinoza il livornese si
presenta come interprete e sostenitore della
matrice cabalistica, al punto da dedicargli un
saggio sistematico dal titolo
Spinoza et la
Kabbale
(1864), del pensiero di Vico è inve
ce un consapevole continuatore. La presen
za del filosofo napoletano, infatti, aleggia in
tutta la sua opera: le citazioni, i rimandi espli
citi ed impliciti sono molto frequenti e ri
guardano spesso questioni molto specifiche,
«il che conferma il fatto che Benamozegh si
riconosce pienamente nel sistema filosofico-
filologico di Vico» (p. 137), al punto da far
ne una propria e importante
auctoritas.
[A. Scogn.]
2. ATZENI
Andrea, recensione a
M. VA
GLIO,
Truth andAuthority in Vico’s Universal
Law
(New York, Peter Lang, 1999), in «Ri
vista di Storia della Filosofia», 2004, 2, pp.
660-662.
3.
B
assi
Romana,
Ut satis erudite adver
tit Paraeus’. Linee per l’identificazione di una
fonte vichiana trascurata,
in «Verifiche»
XXXII (2003) 3-4, pp. 179-210.
Un articolo che rivela un’attenzione equi
librata e sensata al binomio filosofìa- filologia
nella ricerca metodologicamente esemplare
di una fonte vichiana erroneamente attribui
ta dalla tradizione. Lo scrupoloso vaglio al
quale viene sottoposto il fondo vallettiano
della Biblioteca Oratoriana di Napoli diven
ta la condizione della disamina sul passo pre
scelto, vale a dire l’individuazione della fonte
etimologica che deriva per Vico il termine
«ninfe» da «lymphati»
(De uno,
CXLIX). In
particolare, nell’equivalenza tra
lymphare
e
oblucinare
, Vico chiama in appoggio il soste
gno di un tal «Paraeus», accertato dal com
mento nicoliniano come Ambrosie Paré, ce
lebre chirurgo del re Enrico II. Nonostante il
riferimento a trattati di anatomia e chirurgia
apparisse del tutto improprio, l’attribuzione
di questa fonte non viene messa in discussio
ne fino all’individuazione della Bassi di tre
possibili riferimenti, vale a dire David Pareus
(1548-1622), teologo della Chiesa riformata,
il figlio di questi, Johann Philipp (1576-
1648), anch’egli teologo e padre del terzo
possibile riferimento, Daniel (1605-1634), fi
lologo e storico. Gli studi condotti dall’A. la
portano a credere senza ombra di dubbio al
riferimento a Johann Philipp Pareus, e ad
escludere il rinvio, in genere consueto, all’o
pera di Voss per quel che concerne la voce in
questione: «la distanza tra Voss e Vico si mi
sura tuttavia nell’assenza di qualsiasi riferi
mento ai boschi consacrati
(luci)
nella voce di
Voss e questo dato offre ulteriormente con
ferma che Vico deve alla voce del lessico di
Pareus la possibilità di legare concettualmen
te l’idea della presenza delle fonti con la paz
zia dovuta al contatto con il luminoso, che si
realizza nello spazio consacrato dei
luci
» (p.
203). L’ulteriore accertamento del
Lexicon
di
Pareus al quale Vico aveva la possibilità di at
tingere conduce alla conferma della supposta
arretratezza di Vico, che cita ancora da un’o
pera lessicale anteriore in un caso di un seco
lo e in un altro di oltre settant’anni dal
l’Ety-
mologicon
vossiano.
[M. S.]