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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
nità compiuta e un riferimento stabile ri­
spetto al quale descrivere il mutevole corso
degli altri popoli. Espungere questo riferi­
mento strutturalmente imprescindibile dalla
nuova scienza vichiana non significherebbe
perciò liberare il suo autore da ‘scrupoli re­
ligiosi’, ma privare quel sistema del suo pe­
culiare equilibrio o trasformarlo in una for­
ma di storicismo troppo diverso da quello ef­
fettivamente sostenuto da Vico» (p. 80). En­
tro tale analisi una siffatta imprescindibilità
non vuole comunque escludere l’estrema dif­
ficoltà, da parte di Vico, nel gestire questo ca­
so particolare all’interno del proprio sistema
di pensiero.
Il terzo autore preso in esame nello stu­
dio è il livornese Elia Benamozegh, del qua­
le Amoroso ricorda le idee filosofiche di fon­
do riguardo la relazione fra mosaismo e noa-
chismo ed ebraismo e cristianesimo, riferen­
dosi in modo particolare alle sue opere più
importanti,
Israel et Humanité
(1885) e
Mo­
rale juive et morale chrétienne
(1867). L’in­
dagine si conclude con la discussione del rap­
porto di Benamozegh con gli altri due filo­
sofi: se del pensiero di Spinoza il livornese si
presenta come interprete e sostenitore della
matrice cabalistica, al punto da dedicargli un
saggio sistematico dal titolo
Spinoza et la
Kabbale
(1864), del pensiero di Vico è inve­
ce un consapevole continuatore. La presen­
za del filosofo napoletano, infatti, aleggia in
tutta la sua opera: le citazioni, i rimandi espli­
citi ed impliciti sono molto frequenti e ri­
guardano spesso questioni molto specifiche,
«il che conferma il fatto che Benamozegh si
riconosce pienamente nel sistema filosofico-
filologico di Vico» (p. 137), al punto da far­
ne una propria e importante
auctoritas.
[A. Scogn.]
2. ATZENI
Andrea, recensione a
M. VA­
GLIO,
Truth andAuthority in Vico’s Universal
Law
(New York, Peter Lang, 1999), in «Ri­
vista di Storia della Filosofia», 2004, 2, pp.
660-662.
3.
B
assi
Romana,
Ut satis erudite adver­
tit Paraeus’. Linee per l’identificazione di una
fonte vichiana trascurata,
in «Verifiche»
XXXII (2003) 3-4, pp. 179-210.
Un articolo che rivela un’attenzione equi­
librata e sensata al binomio filosofìa- filologia
nella ricerca metodologicamente esemplare
di una fonte vichiana erroneamente attribui­
ta dalla tradizione. Lo scrupoloso vaglio al
quale viene sottoposto il fondo vallettiano
della Biblioteca Oratoriana di Napoli diven­
ta la condizione della disamina sul passo pre­
scelto, vale a dire l’individuazione della fonte
etimologica che deriva per Vico il termine
«ninfe» da «lymphati»
(De uno,
CXLIX). In
particolare, nell’equivalenza tra
lymphare
e
oblucinare
, Vico chiama in appoggio il soste­
gno di un tal «Paraeus», accertato dal com­
mento nicoliniano come Ambrosie Paré, ce­
lebre chirurgo del re Enrico II. Nonostante il
riferimento a trattati di anatomia e chirurgia
apparisse del tutto improprio, l’attribuzione
di questa fonte non viene messa in discussio­
ne fino all’individuazione della Bassi di tre
possibili riferimenti, vale a dire David Pareus
(1548-1622), teologo della Chiesa riformata,
il figlio di questi, Johann Philipp (1576-
1648), anch’egli teologo e padre del terzo
possibile riferimento, Daniel (1605-1634), fi­
lologo e storico. Gli studi condotti dall’A. la
portano a credere senza ombra di dubbio al
riferimento a Johann Philipp Pareus, e ad
escludere il rinvio, in genere consueto, all’o­
pera di Voss per quel che concerne la voce in
questione: «la distanza tra Voss e Vico si mi­
sura tuttavia nell’assenza di qualsiasi riferi­
mento ai boschi consacrati
(luci)
nella voce di
Voss e questo dato offre ulteriormente con­
ferma che Vico deve alla voce del lessico di
Pareus la possibilità di legare concettualmen­
te l’idea della presenza delle fonti con la paz­
zia dovuta al contatto con il luminoso, che si
realizza nello spazio consacrato dei
luci
» (p.
203). L’ulteriore accertamento del
Lexicon
di
Pareus al quale Vico aveva la possibilità di at­
tingere conduce alla conferma della supposta
arretratezza di Vico, che cita ancora da un’o­
pera lessicale anteriore in un caso di un seco­
lo e in un altro di oltre settant’anni dal
l’Ety-
mologicon
vossiano.
[M. S.]
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