AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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4.
CACCIATORE
Giuseppe,
Leggere Vico,
in
leggere e rileggere i classici. Per Livio Sichirol-
lo,
a cura di M. Filoni, Macerata, Quodlibet,
2004, pp. 39-63.
Nel volume, che raccoglie i contributi
per il convegno dedicato alla memoria di Li
vio Sichirollo, compare questo nuovo saggio
dedicato dall’A. a Vico e al suo significato co
me un ‘classico’ della storia della filosofia. Da
questo punto di vista, partendo dalle defini
zioni che Italo Calvino ha dato del senso dei
‘classici’ e del perché è importante leggerli,
si svolge un originale ragionamento sull’at
tualità del pensiero vichiano. Com’è infatti
noto, l’autore della
Scienza nuova
è tra i filo
sofi italiani più conosciuti e studiati e il nuo
vo corso degli studi vichiani, cominciato al-
l’incirca intorno agli anni ’70, ha dato un con
tributo importante per liberare Vico da al
cune premesse ermeneutiche e considerarlo
più attentamente dal punto di vista storico
filologico. Ciò ha consentito di scoprire un
modo nuovo di leggere un classico filosofico,
dove l’attenzione è posta sugli aspetti storici
e filologici del testo e dell’autore, e che, nel
caso del filosofo napoletano, ha permesso di
indicare il suo ruolo all’interno del pensiero
europeo soprattutto per la sua capacità di
«mantenere in un plesso unitario - grazie al
la teoria gnoseologica della convertibilità e al
rapporto tra 1
'intelligentia
di Dio e la
cogita
tio
dell’uomo - il
verum
della sapienza divi
na, il
verum
umano delle scienze fisico-mate-
matiche e il
verosimile
delle strutture stori
che, etiche ed estetiche della realtà umana»
(p. 44).
Partendo da tali premesse, l’A. ripropo
ne, brevemente ma efficacemente, i nuclei
principali della sua interpretazione di Vico
(offerta in numerosi saggi e nel recente volu
me
Metapbysik, Poesie und Geschichte. Uber
di Philosopbie von Giambattista Vico,
tutti se
gnalati in questo «Bollettino»), volta a mette
re in luce le premesse «metafisiche» del suo
pensiero quali ipotesi di soluzione filosofica
del problema del nesso tra verità, tempora
lità, fattualità. Viene così tracciato un percor
so unitario tra la metafisica del
De antiquissi
ma
e la scienza storico-civile della
Scienza
nuova,
nel quale l’esigenza vichiana principa
le è indicata nella «ricerca di un principio uni
tario di comprensione sintetica della realtà
umana che è dato dalla corrispondenza tra le
strutture della mente e il farsi della realtà, tra
il pensiero e l’autonomo
facere
dell’uomo e
delle nazioni, quand’anche governato dal di
segno della Provvidenza»
(ivi).
La filosofia vi
chiana si dispiega in tutta la sua originalità se
condo due precise coordinate, una di tipo lo
gico-gnoseologico, l'altra storico-genetico,
che consentono all’A. di avvicinare da un la
to il significato del
verum-factum
come l’ori
ginale tentativo di ritrovare i princìpi del
mondo storico fatto dall’uomo nelle modifi
cazioni stesse della mente umana (per cui Vi
co è l’iniziatore della rivoluzione metodolo
gica e gnoseologica moderna che intende il sa
pere della storia come dotato di propri princì
pi conoscitivi, di propri metodi e contenuti),
dall’altro la peculiare impostazione «civile»
di tale filosofia, imperniata non solo su una
teoria generale della conoscenza (il
verum-fac
tum
appunto), ma su una filosofia «pratica»
in grado di coniugare ragione e autorità, il ve
ro della filosofia e il certo della storia. Ed è
proprio su questa dimensione «pratica» del
la filosofia vichiana che si concentra l’atten
zione dell’A., il quale si sofferma sui concet-
ti-guida della filosofìa civile, vale a dire la
pru
denza
e il
senso comune,
i princìpi cardini del
la politica e dello Stato che, nel ragionamen
to di Vico, costituiscono il nesso tra filosofìa
pratica e filosofia civile costruito non soltan
to sulla dottrina morale ma anche su quella
politica. «Il profilo della filosofia pratica di
Vico va dunque considerato alla luce non sol
tanto della particolare inclinazione verso i
problemi della socialità della vita umana, del
la sua genesi storica e del suo progressivo or
ganizzarsi nelle forme della politica e del di
ritto, ma anche sulla base della più ampia idea
di ragione - intesa non soltanto in senso logi
co-conoscitivo, ma anche inventivo-poietico
- che viene elaborata nella
Scienza nuova.
Ciò
che caratterizza l’idea vichiana di scienza del
l’uomo e delle nazioni è la stretta connessio
ne tra l’aspetto sistematico-filosofìco (la defi
nizione dei princìpi metafisici e conoscitivi) e
quello pratico (i costumi, le leggi, le arti, la
storia), tra la sapienza nascosta dei filosofi e
la sapienza volgare dei legislatori» (p. 49). La