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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
argomento, nell’intento di mostrare «la dif
ferenza che corre fra il ‘raccontare in somma
ciò che altri seppero’, ossia la cultura pura
mente manualistica, e il ‘profondarvisi per
passar più oltre’, ossia la cultura fondata sul
la ricerca originale» (p. 110).
Fra gli elementi di novità di Vico, in que
sto ambito specifico, individua l’abbandono
della concezione, risalente ad Esiodo, che po
ne l’età degli eroi come «fase intermedia fra
l’età del bronzo e quella del ferro», e l’identi
ficazione in essa, piuttosto, della «saldatura
[...] di uno schema storico triadico, che va
dall’età degli dèi a quella degli uomini»: in
questo modo «l’età degli eroi si dilata da va
ga leggenda classica, suscettibile di acquisire
i significati più diversi, a un momento preci
so della ‘storia ideale eterna’» (p. 116).
A proposito poi della vicenda della cen
sura del Sant’Uffizio nei confronti della
Scien
za nuova
del 1725, dopo aver evidenziato i de
biti di Vico verso altri autori ‘sospetti’, come
Malebranche e Le Clerc, PA. sottolinea come
uno dei punti più delicati della filosofia vi
chiana fosse proprio quello relativo alla tema
tica del linguaggio eroico, ossia all’«idea di una
lingua divina muta, da cui sarebbe sviluppata
in seguito la lingua eroica articolata» (p. 119),
che agli occhi del primo censore, Giovanni
Rossi, appariva in contraddizione con la cro
nologia biblica. Una circostanza significativa,
se è vero che nella tesi di una ‘favella eroica’
che contraddistingue le prime fasi della storia
emerge la confluenza in Vico di una tradizio
ne di pensiero ‘libertina’ volta a «rivendicare
il primato della sensazione in campo filosofi-
co e in campo scientifico» (p. 120).
[D. A.]
12.
C rifò Giuliano, /
romani «eroi del
mondo» e la «giurisprudenza eroica». Alcune
considerazioni,
in
Eroi ed età eroiche attorno
a Vico. Alti del Convegno internazionale di
Studi (Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27 maggio
1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edizioni di
Storia e Letteratura, 2004, pp. 307-317.
L’A. intende dimostrare non solo che la
storia romana non può essere totalmente
compresa senza una valutazione giuridica dei
fatti, delle istituzioni, dei valori e dei princì
pi, ma soprattutto che essa «si identifica nel
la
storia del diritto
ed è
questa storia
che vale
universalmente» (p. 317).
Considerando che il diritto romano per
Vico è il paradigma in base al quale egli ela
bora la sua filosofia, Crifò propone le proprie
osservazioni sui Romani «eroi del mondo»
(Sn44,
§ 160) a partire dalla lettura del
Deuno,
mettendo bene in rilievo che il diritto che cor
risponde alle
gentes
-
maiores
e
minores -
è
quello eroico, i cui princìpi sono la conquista
del dominio delle terre, la stanzialità territo
riale delle famiglie fondate sulla monogamia,
la divisione dei campi, lo stabilimento della
forza organizzata degli eroi per la difesa del
patrimonio comune. 1riferimenti testuali pro
posti convalidano la chiave di lettura offerta,
e cioè che in Vico la storia romana coincide
con la religione e con il diritto, rispondenza,
questa, che secondo l’A. trova ulteriore con
ferma proprio nella giurisprudenza eroica -
«la più saggia [...] del mondo»
{ibid.,
§ 1003)
- che solo i Romani seppero, oltre che con
servare e custodire, pure tradurre.
[A. Scogn.]
13.
C
ristofolini
Paolo,
Sono saggi gli
eroi di Vico?,
in
Eroi ed età eroiche attorno a
Vico. Attidel Convegno internazionale diStu
di(Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27maggio 1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edizioni di Storia
e Letteratura, 2004, pp. 217-225.
Il saggio è stato successivamente incluso
nel volume: P.
CRISTOFOLINI,
Vico pagano e
barbaro
(Pisa, ETS, 2001 ), sul quale si veda F.
TESSITORE,
Vico, religioso e moderno,
in que
sto «Bollettino» XXX1I1 (2003), pp. 191-197.
14.
CUTTICA
Cesare,
Un intellettuale mo
derno:John Selden,
in «Giornale Critico del
la Filosofia Italiana» LXXXII (2003) 2, pp.
298-314.
Prendendo spunto da un’ampia ricerca
di S. Caruso
{La miglior legge del regno. Con