AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
259
18.
D
onzelli
Matia,‘Sagesse moderne’ e
‘Sapientia’ in G. B. Vico,
in «Studi Filosofici»
XXV-XXVI (2002-2003), pp. 87-99.
L’A. analizza le varie configurazioni che il
concetto di
sapientia
assume in Vico nella lo
ro problematica interlocuzione con la
sagesse
moderne
della tradizione moralistica e liberti
na tra ’500 e ’700. Se evidentementemolti trat
ti,
in primis
le implicazioni religiose che non
sono dissolubili della
sapientia
vichiana nella
sua funzione fondativa della civiltà, la distac
cano nettamente da tale tradizione di pensie
ro, in altri sensi tuttavia il dialogo con essa è
un dato di fatto accertabile non solo nel testo
vichiano ma in tutto l
’humus
culturale della
cultura napoletana dell’epoca.
Ed anzi, la forte sensibilità alle tesi della
sagesse moderne
in autori come Caloprese,
Doria e Vico, gli autori che rompono con la
tradizione investigante ma ne proseguono il
programma di rinnovamento del sapere vol
to a riabilitarne la funzione civile, segnala la
consapevolezza che perché la
sapientia
pos
sa «convertirsi in scienza» è necessario attra
versare la «vera scienza» dell’uomo morale
che nella tradizione moralistica francese, in
particolare con Charron, veniva stagliandosi
in una inedita fisionomia.
[S. C.]
19.
D
o n zelli
Maria,
Dalla storia degli
eroi alla storia eroica. Un conflitto tra Vico e
Michelet,
in
Eroi ed età eroiche attorno a Vi
co. Atti del Convegno internazionale di Studi
(Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27 maggio 1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edizioni di Storia
e Letteratura, 2004, pp. 381-393.
Alla base del principio eroico della co
noscenza, che Vico propone nel
Dementehe
roica
del 1732, sta l’assunto che l’uomo pos
sa accedere alla conoscenza del disegno divi
no, di quella provvidenza che «costituisce la
dinamica del processo storico» (p. 382), as
sunto fondato sulla partecipazione della
mens
umana all’intelligenza infinita di Dio.
La celebrazione dell’ideale eroico della
conoscenza rappresenta dunque una confi
gurazione paradigmatica dello statuto del
l’uomo in Vico. Il carattere di
humanitas
che
connota l’eroe «è il riconoscimento della
propria origine divina ma anche la prima for
ma di autonomia umana di fronte al dio; è
questo il momento della nascita del tempo
storico» (p. 384). L’A. dimostra la sua tesi at
traverso una ricostruzione storica dei princi
pali snodi del pensiero vichiano.
All’ontologia del
facere
è legato anche il
riferirsi di Michelet a Vico. 11suo
Discourssur
iunite de la science
del 1825 risente diretta-
mente del
Dementeheroica
vichiano, e «que
sto principio eroico fornito da Vico consen
te a Michelet di conciliare la sua visione ro
mantica della storia con il suo sentirsi figlio
della Rivoluzione ed erede dell’illuminismo»
(p. 390); ma infine, nella metabolizzazione
che conosce in Michelet, tale principio finirà
per trasformare «la storia degli eroi in storia
eroica» (p. 393).
[S. C.]
20.
E
usterschulte
Anne,
Kulturentwi-
cklung und -verfall. Giambattista Vicos kul-
turgeschichtliche Anthropologie,
in
Humani-
smus in Geschichte und Gegenwart,
hrsg. R.
Faber und
E .
Rudolph, Ttibingen, Mohr Sie-
beck, 2002, pp. 17-43.
Nel sottolineare la prospettiva antropo-
logica del pensiero vichiano, l’ A, mette in re
lazione la critica al razionalismo del primo
Vico con la concezione scientifico-universa-
le e il concetto ciclico della storia della
Scien
za nuova.
Per quanto riguarda il
De ratione
e il De
antiquissima,
l’A. coglie il fondamento antro
pologico della critica vichiana nei confronti
dell’idea di progresso e dell’ottimismo scien
tifico del suo tempo. In dichiarata opposizio
ne al Cartesianesimo e a Bacone, l’antropolo
gia ‘scettica’ di Vico intende recuperare i con
fini della razionalità umana; la pretesa del ra
zionalismo cartesiano di poter raggiungere un
sapere perfetto nel campo della natura attra
verso il metodo geometrico-deduttivo rap
presenta una sopravvalutazione del potere e
del sapere umano. Per fondare il proprio me-