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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
dendo in considerazione tre delle figure meno
canoniche del Settecento in questo ambito: Vi
co, Condillac e Monboddo, e giunge alla con
clusione che, mentre Condillac abbracciò la
modernità eMonboddo la rigettò, quella di Vi
co fu una risposta che cercò «di mettere il vec
chio al servizio del nuovo» (p. 169). In che sen
so Vico si muova tra antico e moderno è chia
ramente espresso dalla Hobbs, che considera
come la retorica umanistica di Vico rifletta pra
tiche«filtrate attraverso il Rinascimento, più di
quanto non facciano i posteriori valori neo
classici, i quali vengono alla fine trasformati in
retorica delle
belleslettres».
L’ A. aggiunge che
tuttavia la retorica di Vico
«è
rivolta non allo
sviluppo del gusto estetico individuale, ma al
lo sviluppo dell’individuo nel contesto della
polis»
e che, «piuttosto che produrre l’uomo
di gusto che può apprezzare e produrre
belles
lettres
[...], tende a produrre il cittadino che
crea per la comunità in cui vive la ‘vita retta’
combinando pensiero creativo, retorico e cri
tico» (p. 63). Se è il contesto della
polis
ad es
sere di primaria importanza, i temi più squisi
tamente politici legati alla Napoli del primo
Settecento non sono approfonditi particolar
mente, mentre l’A. sottolinea l’elemento del
‘sublime’ vichiano in riferimento alla «mente
attiva e creativa» (p. 60), di chiara impronta
proto-romantica.
[D. M.]
29.
IMBRUGLIA
Girolamo,
Illuminismo e
storicismo nella storiografia italiana
, Napoli,
Bibliopolis, 2003, pp. 490.
Il discorso su Vico intessuto in questo
volume riguarda principalmente la questio
ne Croce e l’illuminismo nonché i suoi effet
ti sulla cultura italiana. Infatti, se l’interpre
tazione crociana di Vico, ponendo l’accento
sui noti elementi dell’isolamento che allonta
nava dagli interessi della vita pratica, sottoli
neava la forte distinzione rispetto all’illumi
nismo, essa tuttavia metteva al centro del
proprio interesse teorico l’elemento religio
so, ritrovato nella stessa filosofia illuministi
ca. Solo che, per Croce, la storiografia illu
ministica, ancora incerta, viveva nella dico
tomia tra la via cattolica seguita dal filosofo
napoletano e quella deista perseguita da Vol
taire, presentandosi così divisa tra una storia
pragmatica dell’antichità e una storia religio
sa cristiana. Sulla base di questa distinzione
Croce svolgeva il suo discorso facendo per
no da un lato su un versante storiografico più
coerente alla filosofia illuministica (in quan
to «razionalistica, intellettualistica, astratti-
stica, individualistica, psicologica»), dove la
storia religiosa si interroga sul senso della sto
ria e sul suo complessivo processo, di modo
che «per Croce la storiografia della
civilisa-
tion
di Voltaire era stata la laicizzazione del
la storiografia ecclesiastica» (p. 92); dall’al
tro sulla strada vichiana intrapresa davanti al
dilemma della storia che, pur tentando di
chiudere il circolo tra filologia e filosofia, si
arresta davanti alla sua fondazione imma
nentistica. Davanti alla storiografia pragma
tica, che creava la spaccatura tra natura e cul
tura dando in definitiva una base naturalisti
ca alla storia, Croce «rimase sempre fermo
nella difesa della eternità non storicizzabile
delle categorie ideali, e da qui derivò la co
stante taccia di antistoricismo alla cultura il
luministica», la quale aveva «storicizzato
quel che il concetto di sviluppo consentiva
allo storicismo assoluto di non storicizzare»
(p. 94). Sulla base di queste considerazioni
l’A. afferma che nella posizione crociana, in
opposizione sia alla filosofia dei lumi che al
la filosofia vichiana, prima della natura viene
la cultura, un «limite che non andava oltre
passato e che invece la filosofia dei lumi ave
va valicato», di modo che la questione Cro
ce e l’illuminismo sta tutta in questa «irra
zionale storicizzazionc» che alimenta l’anti
storicismo di quella cultura.
L’esito più interessante di questa prospet
tiva è poi seguito nelle critiche che si mossero
all’interpretazione crociana di Vico, poi este
se all’intera lettura dell’illuminismo, con par
ticolare attenzione alla riflessione di De Mar
tino. Il quale, incontrandosi soprattutto con la
prospettiva di Cassirer, gli si avvicinava anche
per un’interpretazione di Vico in opposizione
a quella di Croce, e sulla quale riflettevano an
che altri autori quali Leone Ginzburg. L’in
tuizione fondamentale della
Filosofia dellefor
me simboliche
, vale a dire la creazione ogget