278
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
tente per accostarsi alla totalità del fenome­
no umano» (p. 227). In altri termini, Vico ha
mostrato che «l’oscurità delle origini umane
non poteva essere decifrata soltanto con i se­
gni della religione giudaico-cristiana»
(ivi).
Ripercorrendo la genesi del discorso vichia­
no sulla storia dell’umanità, Pinchard coglie
un ordine nella sequenza religiosa che pren­
de inizio con quel fulmine che «apre lo spi­
rito dell’uomo» (p. 233), e che prevede dap­
prima la divinazione e poi la solennità dei sa­
crifìci, sottolineando così «l’origine
fisica»
degli atti religiosi e il recupero del significa­
to della natura attraverso l’
interpretazione,
infatti, «interpretare, divinare significa vede­
re gli avvenimenti in uno spazio non soltan­
to naturale né soltanto immaginario, che ri­
conduce alla sua propria genericità tutta la
propensione umana a creare degli universi
poetici»
(ivi).
Interessante il collegamento
che 1’ A. fa tra il primo momento degli au­
spici, ricollegato alla figura di Romolo, e il se­
condo, quello dei sacrifici, che possono esse­
re ricondotti alla figura, radicalmente uma­
na, di Numa Pompilio, secondo suggestioni
che rimandano agli scritti di Dumézil. La
conclusione del saggio rivendica allora l’ori­
gine pagana come fonte religiosa di Vico, il
quale ha fortemente tenuto a rivendicarla; in­
fatti, «perdere Jupiter, ci insegna Vico,
avrebbe significato perdere il
primo pensiero
umano,
quello nato dai traumi indicibili del­
la nascita e della natura» (p. 243).
[A. S.]
58.
PLACANICA
Augusto,
Ulisse: uneroevi­
chiano tra Sofocle eAdorno,
in
Eroied età eroi­
che attorno a Vico. Atti del Convegno intema­
zionale di Studi (Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27
maggio 1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edi­
zionidi Storia e Letteratura, 2004, pp. 395-406.
L’A. prende spunto dall’Ulisse eroe del­
l’aurora della borghesia di Horkheimer e
Adorno, per accostare l’ermeneutica vichia­
na dell’eroe greco alla genesi culturale della
chiave di lettura offerta nella
Dialettica del­
l’illuminismo
dai due filosofi tedeschi. L’A.
ricorda come la natura ambigua di Ulisse e la
‘modernità’ dell’eroe fosse colta già nell’an-
tichità e in contesti diversi da Platone ed Eu­
ripide. In particolare, Ulisse è per Vico non
solo eroe della conoscenza e del pensiero,
simbolo della contrapposizione «tra la ragio­
ne e la nuda natura» (p. 397), ma anche uo­
mo d’azione interessato al potere. Con il suo
essere prototipo dell’uomo politico domina­
tore e persuasore delle masse, l’Ulisse eroe
dell’oligarchia greca tratteggiato da Vico pre­
senta non poche di quelle caratteristiche mo­
derne messe in luce dalla rinnovata sensibi­
lità critica emersa dalla crisi della coscienza
europea a cavallo tra Seicento e Settecento e
ancora operante negli interpreti più recenti.
[R. M.]
59.
PONS
Alain,
Le «Philosophe de cour»
de Castiglioneà Vico,
in
Eroi ed età eroiche at­
torno a Vico. Atti del Convegno internaziona­
lediStudi(Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27 mag­
gio 1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edizio­
ni di Storia e Letteratura, 2004, pp. 37-47.
L’A. analizza la figura ‘ossimorica’ del ‘fi­
losofo di corte’
(philosophus aulae)
proposta
da Vico nel VII capitolo del
De ratione
nel
contesto della polemica contro l’abbandono
dello studio della dottrinamorale e politica se­
guito all’affermazione del metodo cartesiano.
Contrapposta alle figure, negative, del-
\'indoctus astutus
e del
doctus imprudens,
quella del filosofo di corte rappresenta l’ere­
dità della tradizione dell’umanesimo retori­
co greco-romano, mediata attraverso la trat­
tatistica rinascimentale. L’A. si sofferma in
primo luogo sul capostipite di tale letteratu­
ra, il
Cortigiano
di Baldassare Castiglione,
sottolineandone la natura retorica («une
réthorique géneralisée et étendue à la totalité
des rapports interhumains», p. 42), la cen­
tralità del tema della prudenza (discrezione),
nonché la «forte exigence morale et mème
metaphisique» che vi si esprime, in partico­
lare nei suoi contenuti pedagogici (p. 44).
Nella trattatistica successiva, i valori di
moralità e saggezza che caratterizzano il ‘cor­
tigiano filosofo’ di Castiglione perdono rilie­
vo a favore di una precettistica minuta, ma
1...,268,269,270,271,272,273,274,275,276,277 279,280,281,282,283,284,285,286,287,288,...305