AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
279
permane la testimonianza del primato del di
scorso eloquente sulla ragione logica, mentre
emergono nuovi spunti che non mancheran
no di destare l’attenzione di Vico, uno fra tut
ti il tema
AtAYingenio
in Graciàn.
Vico, conclude l’A., rievoca con favore il
‘filosofo di corte’ non perché, all’altezza del
De ratione
, sia «encore prisonnier d ’une sen-
sibilité ‘baroque’», ma perché individua in
lui «une incarnation possible du ‘héros phi
losophique’ dont il parlera plus tard dans la
Scienza nuova
» (p. 47).
[D. A.]
60.
PONS
Alain, recensione a M.
SANNA,
La ‘Fantasia, che è l’occhio dell’ingegno’. La
questione della verità e della sua rappresenta
zione in Vico
(Napoli, Guida, 2001), in «H i
storia Philosophica» I (2003), pp. 120-121.
61.
P
ons
Alain,
Vicoe il destino dell’Eu
ropa,
in
Pensiero moderno ed identità politica
europea,
a cura di B. Consarelli, Padova, Ce
dam, 2003, pp. 41-53.
Il
saggio ripresenta con qualche modifi
ca il contributo comparso in
Pensar para el
nuevo siglo. Giambattista Vicoy la cultura eu
ropea
(3 voli, a cura di E. Hidalgo-Sema, M.
Marassi, J. M. Sevilla, J. Villalobos, Napoli,
La Città del Sole, 2001, voi. II, pp. 1137-
1148), e segnalato in questo «Bollettino»
XXXIII (2003), p. 399.
62.
PONS
Alain,
Vico et les origines de la
poésie,
in «Commentaire» XXVI (2003) 103,
pp. 665-669.
La storia umana nasce vichianamente
dalla poesia e viene ricostruita non attraverso
il concetto astratto di «genere umano», quan
to piuttosto per mezzo delle nazioni in quan
to realtà storiche concrete. Un tema al quale
l’illustre studioso francese di Vico ha dedica
to molte delle sue pagine; nel caso di questo
saggio il discorso, partendo da qui, si soffer
ma sull’origine della poesia e sulla sua espli-
citazione in Omero e in Dante. «L’union de
la philosophie et de la philologie, qui est le
grand objectif que Vico prétend réaliser dans
sa Science, lui permette de remonter avec su-
reté aux origines» (p. 665). Il particolare ruo
lo del termine «poeta», che Vico propone nel
le sue opere, l’uso dell’aggettivo «poetico»
così densamente rappresentato nella
Scienza
nuova
testimonia da vicino la pregnanza filo
sofica della creazione attraverso il
poiein
umano di un mondo che sarà il mondo del
l’uomo. La poesia si trasforma, da fondatrice
del mondo umano quale era alle sue origini,
in ‘arte’, dotata di regole proprie e di una pro
pria storia, con Omero, «qui se trouve ètre à
la fois le premier et le plus grand des poètes,
dans tous les sens du mot ‘poète’» (p. 668).
Lontano dal modello classico di poeta sa
piente divulgato dal sec. XVII, l’Omero di Vi
co è un «carattere poetico» nel quale il po
polo greco si riconosce e insieme riconosce la
propria capacità poetica, è a suo modo un
poeta teologo, che crea il mondo umano e at
traverso le trasfigurazioni metaforiche crea le
divinità e fonda le nazioni. Di seguito, Dante,
vichiano «Omero toscano», irrompe sulla
scena in un’età analoga all’età eroica di Ome
ro, vale a dire l’età della nuova barbarie che
caratterizza per Vico il Medioevo, con la sola
ma non irrilevante differenza deU’awento del
dio cristiano in luogo di quello pagano. Dan
te è per Vico «poète au sens le plus fort du
terme, puisqu’en créant son poème il a du mè
me coup créér la langue italienne, et par là
mème la nation italienne» (p. 669). Il fascino,
che Vico innegabilmente subisce, del caratte
re aurorale e fondativo della «saggezza poeti
ca» lo induce a credere nella necessità di un
forte legame di questa con la filosofia, tanto
che la filosofìa «peut s’appuyer sur elle, au
point de s’identifier à elle»
(ivi).
[M. S.]
63.
P
roto
Mario,
Guerra e politica nel
Mezzogiorno moderno. Doria, Vico, Genove
si,
Manduria, Lacaita Editore, 2004, pp. 494.
Nel capitolo su «Vico e la guerra» (pp.
191-215), l’A. osserva preliminarmente co-