AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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permane la testimonianza del primato del di­
scorso eloquente sulla ragione logica, mentre
emergono nuovi spunti che non mancheran­
no di destare l’attenzione di Vico, uno fra tut­
ti il tema
AtAYingenio
in Graciàn.
Vico, conclude l’A., rievoca con favore il
‘filosofo di corte’ non perché, all’altezza del
De ratione
, sia «encore prisonnier d ’une sen-
sibilité ‘baroque’», ma perché individua in
lui «une incarnation possible du ‘héros phi­
losophique’ dont il parlera plus tard dans la
Scienza nuova
» (p. 47).
[D. A.]
60.
PONS
Alain, recensione a M.
SANNA,
La ‘Fantasia, che è l’occhio dell’ingegno’. La
questione della verità e della sua rappresenta­
zione in Vico
(Napoli, Guida, 2001), in «H i­
storia Philosophica» I (2003), pp. 120-121.
61.
P
ons
Alain,
Vicoe il destino dell’Eu­
ropa,
in
Pensiero moderno ed identità politica
europea,
a cura di B. Consarelli, Padova, Ce­
dam, 2003, pp. 41-53.
Il
saggio ripresenta con qualche modifi­
ca il contributo comparso in
Pensar para el
nuevo siglo. Giambattista Vicoy la cultura eu­
ropea
(3 voli, a cura di E. Hidalgo-Sema, M.
Marassi, J. M. Sevilla, J. Villalobos, Napoli,
La Città del Sole, 2001, voi. II, pp. 1137-
1148), e segnalato in questo «Bollettino»
XXXIII (2003), p. 399.
62.
PONS
Alain,
Vico et les origines de la
poésie,
in «Commentaire» XXVI (2003) 103,
pp. 665-669.
La storia umana nasce vichianamente
dalla poesia e viene ricostruita non attraverso
il concetto astratto di «genere umano», quan­
to piuttosto per mezzo delle nazioni in quan­
to realtà storiche concrete. Un tema al quale
l’illustre studioso francese di Vico ha dedica­
to molte delle sue pagine; nel caso di questo
saggio il discorso, partendo da qui, si soffer­
ma sull’origine della poesia e sulla sua espli-
citazione in Omero e in Dante. «L’union de
la philosophie et de la philologie, qui est le
grand objectif que Vico prétend réaliser dans
sa Science, lui permette de remonter avec su-
reté aux origines» (p. 665). Il particolare ruo­
lo del termine «poeta», che Vico propone nel­
le sue opere, l’uso dell’aggettivo «poetico»
così densamente rappresentato nella
Scienza
nuova
testimonia da vicino la pregnanza filo­
sofica della creazione attraverso il
poiein
umano di un mondo che sarà il mondo del­
l’uomo. La poesia si trasforma, da fondatrice
del mondo umano quale era alle sue origini,
in ‘arte’, dotata di regole proprie e di una pro­
pria storia, con Omero, «qui se trouve ètre à
la fois le premier et le plus grand des poètes,
dans tous les sens du mot ‘poète’» (p. 668).
Lontano dal modello classico di poeta sa­
piente divulgato dal sec. XVII, l’Omero di Vi­
co è un «carattere poetico» nel quale il po­
polo greco si riconosce e insieme riconosce la
propria capacità poetica, è a suo modo un
poeta teologo, che crea il mondo umano e at­
traverso le trasfigurazioni metaforiche crea le
divinità e fonda le nazioni. Di seguito, Dante,
vichiano «Omero toscano», irrompe sulla
scena in un’età analoga all’età eroica di Ome­
ro, vale a dire l’età della nuova barbarie che
caratterizza per Vico il Medioevo, con la sola
ma non irrilevante differenza deU’awento del
dio cristiano in luogo di quello pagano. Dan­
te è per Vico «poète au sens le plus fort du
terme, puisqu’en créant son poème il a du mè­
me coup créér la langue italienne, et par là
mème la nation italienne» (p. 669). Il fascino,
che Vico innegabilmente subisce, del caratte­
re aurorale e fondativo della «saggezza poeti­
ca» lo induce a credere nella necessità di un
forte legame di questa con la filosofia, tanto
che la filosofìa «peut s’appuyer sur elle, au
point de s’identifier à elle»
(ivi).
[M. S.]
63.
P
roto
Mario,
Guerra e politica nel
Mezzogiorno moderno. Doria, Vico, Genove­
si,
Manduria, Lacaita Editore, 2004, pp. 494.
Nel capitolo su «Vico e la guerra» (pp.
191-215), l’A. osserva preliminarmente co-
1...,269,270,271,272,273,274,275,276,277,278 280,281,282,283,284,285,286,287,288,289,...305