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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
me, a differenza dei temi del linguaggio, del
la poesia, della religione, ecc., «la centralità
della visione vichiana della guerra non è sta
ta al centro dell’attenzione degli studiosi, in
genere filosofi ed analisti del suo pensiero,
anche di quello storico e politico» (p. 191).
Tuttavia, nel corso della sua esposizione, lo
stesso A. si rende conto come la centralità
che il diritto assume progressivamente in Vi
co per fondare una scienza nuova fa emer
gere sempre nuovi spunti sul tema della
guerra. Infatti, «il riferimento al diritto è in
Vico essenziale per cogliere il senso del suo
discorso sulla violenza considerata momen
to storicamente ineliminabile nelle vicende
della società umana. Il diritto rappresenta lo
strumento per il raffreddamento degli odi
che sono alla base dei conflitti militari e del
la via attraverso la quale solamente può pas
sare un’aspirazione sofferta agli obiettivi
della pace, per garantire lo sviluppo delle at
tività produttive e per sottrarle ai rischi del
le rovine provocate dagli eserciti e dai con
tinui conflitti militari» (p. 195).
Il
discorso sulla guerra in Vico viene allo
ra seguito da Proto a partire dalla seconda del
le
Orazioniinaugurali,
fino alla
Scienza nuova.
Il primo Vico, quello, appunto della disserta
zione che inaugurava l’anno accademico del
1700, appare drasticamente contrario alla
guerra, intesa come mero scatenamento di
istinti privi di pietà; ma con la quinta
Orazio
ne,
abbandonando il suo intransigente pessi
mismo, passa «ad una visione articolata e com
plessa dei fenomeni della guerra nel contesto
storico delle vicende umane» (pp. 200-201).
Oltre l’opera vichiana che affronta il tema del
la guerra anche nella pratica, cioè
Le gesta di
AntonioCarafa,
è con il
Dirittouniversale
e poi
con la
Scienza nuova,
che «la regolamentazio
ne giuridica della guerra appare a fondamen
to dell’ingentilimento dei costumi e della na
scita delle nazioni», e la pace, «più che un
prius, risulta un posterius storico che il dirit
to ha il compito di regolamentare» (p. 212).
[A. S.]
64.
R
ak
Michele,
Immagine, idolo, figura,
idea,fantasma. Dall’immaginealla scritturanel
la 'Scienza nuova’ del 1744,
in
Eroied età eroi
che attorno a Vico. Atti del Convegno interna
zionale di Studi (Fisciano-Vatolla-Raito, 24-27
maggio 1999),
a cura di E. Nuzzo, Roma, Edi
zioni di Storia e Letteratura, 2004, pp. 271 -308.
«In questo studio si ricostruiscono tre
ipotesi (
discoverte
) di Vico: (i) il ruolo del
l’immagine come componente della forma
zione dell’immaginario sociale [...]; (ii) l’ap
plicazione del modello del ciclo non solo in
senso diacronico - alla nascita e morte delle
culture - ma anche in senso sincronico [...]; e
(in) la storia delle società come storia della
mente» (p. 272). Seguendo un modello di
analisi testuale che tenta attraverso i momen
ti di «opere, eventi, tradizioni» la ricostruzio
ne di alcuni scenari della cultura moderna, il
complesso saggio raccoglie l’evoluzione e la
definizione del concetto di immagine all’in
terno delle pagine della
Scienza nuova.
La
partenza avviene dalla constatazione di due
tesi specifiche contenute in quest’opera: che
l’evoluzione delle società segue un ciclo ugua
le per tutte e insieme che in questo processo
l’immagine svolge un ruolo centrale. «Questo
piano di lavoro consentiva di valutare le tra
sformazioni delle società come trasformazio
ni della struttura corporea e dell’apparato
S e
mico
(mente)
degli individui e dei gruppi» (p.
274). La convinzione barocca del ciclo di na
scita, evoluzione e morte delle culture in stret
ta connessione con un’immagine del corpo
come macchina deriva dallo schema delle le
zioni sugli imperi tenute dall’Accademia di
Medinacoeli. «Le trasformazioni delle società
erano di fatto parallele alle trasformazioni del
corpo (la
mente)»
(p. 280), e le immagini che
venivano prodotte con l’aiuto della fantasia
fungevano da luogo d’incontro tra gli indivi
dui che formano un popolo. L’analisi delle
immagini nelle varie età vichiane e delle sue
trasformazioni avviene tramite l’intervento
della memoria: «il tema della memoria valo
rizzava il mondo individuale e collettivo del
le
immagini,
che stabilivano il contatto con i
nodi dell’immaginario collettivo (gli
idoli),
con i sogni (i
fantasmi),
con la passività col
pevole del corpo
(passioni),
con la produzio
ne delle idee collettive
(opinioni),
da consi
derare invincibili, nonostante il parere con