AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
283
to, politica e vita civile,
in «Il Sole 24 ore» 19-
12-2004, p. 37.
71
. RotJLKT
Eric,
Vico en nouvelle-Espa-
gne. Histoire d’une filiation historique Vico-
Boturini-Veitia,
in «L’Art du Comprendre»
(2000) 9, pp. 33-47.
L’A., specialista della storia del Messico
precolombiano (ha pubblicato fra l’altro nel
2000, per i tipi delle Presses Universitaires de
France, il volume
La conquète des Amériques
au XVIe siècle,
ed è coautore di un’introdu
zione alla lingua Nahuatl), esamina l’influen
za di Vico nell’opera di Lorenzo Boturini
(1702-1755) e di Mariano Veitia (1718-1780).
Si tratta, per quanto riguarda in particolare
Boturini, di un tema già noto attraverso gli
scritti di F. Venturi, A. Matute, P. Piovani, G.
Costa, M. Ghelardi, N. Badaloni, A. Mestre,
J. M. Sevilla (del quale ultimo si veda la re
cente rassegna
Una nota sobre Vico, Mayans y
Boturini,
in «Cuadernos sobre Vico» VII-
VIII, 1997). L’A. tiene conto in misura ridot
ta di questi studi, generalmente indirizzati al
la ricostruzione di una linea di diffusione del
pensiero vichiano nei paesi di lingua spagno
la (si limita a citare ilvecchio volume di A. Ma-
TUTE,
Lorenzo Boturini y el pensamiento hi
storico de Vico,
Mexico, Universidad Nacional
Autònoma de México, 1976), ed esamina
piuttosto - in questo consiste un elemento di
originalità del suo contributo - l’opera di Bo
turini e di Veitia nel contesto dello sviluppo
della storiografìa sul Messico. Ad essi attri
buisce infatti un ruolo fondamentale nella ge
nesi settecentesca di un approccio scientifico
alla storia delle civiltà precolombiane e nella
«rehabilitation du monde indigene» (p. 45)
nei confronti di una tradizione demonizzante.
L’influenza di Vico fu diretta in Boturini
- che avrebbe conosciuto la
Scienza nuova
nelle edizioni del 1725 e del 1730 - e media
ta da quest’ultimo in Veitia, scrittore finora
meno noto cui l’A. ha dedicato la sua tesi di
dottorato
(Lhistoire ancienne duMexique se
lon Mariano Veitia. XVIIIe siècle,
Paris,
L’Harmattan, 2000).
Fra le principali ispirazioni e assonanze
vichiane contenute negli scritti di questi due
studiosi sono, da un lato, la scansione ciclica
del tempo, che l’A. accosta alle concezioni ti
piche delle popolazioni indigene e che Botu
rini e Veitia ripresero e riadattarono con l’in
tento di inserire la storia antica del Messico nel
contesto della cronologia universale e di un
ordine storico mosso dalla Provvidenza; dal
l’altro, l’attenzione alla storia della lingua e
della scrittura, nonché allo studio delle etimo
logie come strumento di conoscenza storica.
[D. A].
72.
RUGGIERO
Raffaele,
La camera oscura
della 'Scienza nuova’. Leggere Vicocon gli stu
denti Socrates/Erasmus dell’Università di Ni
tra,
in
Cultura italiana, mediazionelinguistica,
Università europee. Un seminario e un corso
di formazione organizzati dall’Università di
Bari (3-17 settembre 2001),
a cura di P. Gua-
ragnella, Lecce, Pensa, 2002, pp. 471-485.
È una versione più colloquiale del saggio
La camera oscura della
Scienza nuova, in
Ob
scuritas. Retorica e poetica dell’oscuro. Atti
del XXIX Convegno Interuniversitario di
Bressanone (12-15 luglio 2001),
a cura di G.
Lachin e
F.
Zambon, Trento, Dipartimento
di Scienze Filologiche e Storiche, pp. 333-
347, segnalato in questo «Bollettino»
XXXIV (2004), p. 381.
73.
R
uggiero
Raffaele,
Paesaggi vichia
ni. Complessità storica e tecniche del discorso,
in «Schede Umanistiche» (2000) 1, pp. 5-34.
È il primo capitolo del volume
La ‘volgar
tradizione’. Prove di critica testuale in Giam
battista Vico,
Lecce, Pensa, 2001, pp. 468, re
censito in questo «Bollettino» XXXV
(2005), pp. 211-213.
74.
R
uggiero
Raffaele,
La ‘Scienza nuo
va negletta. Toma il Vico 1730,
in
«B elfagor»
LIX (2004), pp. 707-716.
La disamina trae origine dalla rilevante
pubblicazione della
Scienza nuova
1730 a cu-