AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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di Aristotele [...] sulla divisibilità all’infinito
delle grandezze» (p. 333): era in sostanza un si
nonimo di atomista. E proprio sullo zenoni-
smo metafìsico di Vico e sulla natura interme
dia dei concetti di «uno», «punto» e «conato»
si concentra il contributo qui esaminato.
Pur appartenendo rispettivamente all’a
ritmetica ed alla geometria, le nozioni di
«uno» e di «punto» trascendono per Vico sia
la matematica che la natura: essi, infatti, «ri
specchiano fedelmente le proprietà degli en
ti metafisici di essere individui e indivisibili,
semplici, eterni, infiniti» (p. 332). Unita
mente al concetto di «conato», essi si collo
cano entro un orizzonte di pura virtualità, in
quella zona di confine che, posta fra quella
metafisica e quella naturale, consente a que
ste due realtà eterogenee di entrare in rela
zione. Sicché i punti metafisici, inestesi ma
capaci di estensione, dotati di conato, ossia
della virtù di muovere, sono i termini medi
necessari fra Dio, assolutamente inesteso ed
in quiete, e la natura estesa e in movimento.
Secondo l’A., questa dottrina del giova
ne Vico, anziché disperdersi nelle sue opere
successive - come alcuni sostengono -, tro
verebbe conferma nel
Diritto universale
e
nella
Scienza nuova
1744, come dimostrano
le puntuali citazioni testuali addotte, in alcu
ne delle quali l’atomismo metafisico, esposto
com’è noto nel
De antiquissima,
è chiamato
addirittura a fondare l’universalità e l’eter
nità del diritto («son’i diritti modi di sostan
za spirituale, perciò son’ ‘individui’, e quin
di son anco ‘eterni’; perché la corrozione non
è altro, che divisione di parti»,
Sn44,
cit. a p.
337, ma cfr. anche p. 338).
Anche quando Vicomette a punto il con
cetto di
mensanimi (Sn44),
per poterne espli
citare il dispiegamento progressivo ricorre a
«potenzialità congenite» (p. 338) espresse in
guisa puntiforme, ad «alcuni semi Eterni di
Vero, che tratto tratto dalla fanciullezza si
van coltivando, finché con l’età, e con le di
scipline provengono in ischiaritissime cogni
zioni di Scienze»
(Sn44,
cit.
ivi).
Ma ancora
di più sembra all’A. che Vico ritorni sulle
«più flessibili impostazioni giovanili», quan
do nella
Sn44,
affrontando il tema della suc
cessione dei tre «modi del linguaggio - divi
no, eroico, anicolato» -, li considera non sus-
seguentisi «per stretta successione cronolo
gica», ma «compresenti fin dall’inizio nella
nostra sostanza spirituale, dove concorrono
a costituire un processo evolutivo di com
plessità mai prospettata nella prima
Scienza
nuova»
(pp. 340 sgg.).
[R. D.]
87.
Vico Giambattista,
Obras. Retorica
(Instituciones de Oratoria),
a cura di E J. Na
varro Gómez, Barcelona, Anthropos Edito
ria!, 2004, pp. 288.
Dopo un primo volume di opere vichia
ne uscito nella stessa collana nel 2002, volu
me che offriva al pubblico di lingua spagno
la l’edizione delle
Orazioniinaugurali,
del
De
antiquissima,
del
De ratione
e del
De mente
eroica,
viene ora presentata la traduzione del
le
Institutiones oratoriae.
Navarro Gómez,
che ne cura l’allestimento, utilizza il testo la
tino curato da G. Crifò e pubblicato nel 1989
a Napoli per il Suor Orsola Benincasa. Del
curatore della versione italiana possiamo leg
gere una prefazione (pp. XIII-XVIII) alla
presente stesura, dove viene tra l’altro ricor
dato che quella edizione critica «representa-
ba la explìcita contestación al juicio de Cro
ce, que en su
Estetica
consideraba las
Insti
tutiones oratoriae
como ‘un àrido manual re
torico escreto para uso escolar (en el que en
vano se buscarla una sombra de su verdade-
ro pensamento» (p. XVI). Crifò ripercorre il
cammino che ha caratterizzato la sua impor
tante iniziativa editoriale e offre ai lettori la
possibilità di riaprire con lui un «antiguo
dos
sier».
11 volume viene altresì presentato dai
direttori della collana «Humanismo», Emilio
Hidalgo-Sema e José M. Sevilla (pp.VII-
XII), che mettono in luce come «sólo el di
scurso retorico y la dimensión especulativa
de la
elocutio
y de las figuras retóricas podràn
constituir el histórico fondamento del pen-
samiento racional» (p. IX). Corredata da un
ingente apparato di note al testo, da una se
zione bibliografica e da un utile indice delle
fonti occorrenti, questa prima traduzione in
lingua spagnola evidenzia correttamente tra
parentesi i termini latini originali che posso-