AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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ferenze e gli elementi di novità. Il confronto
avviene innanzitutto con la figura moderna
di eroe politico, il principe, elaborata da Ma
chiavelli, già per molti versi fortemente in
novativa, e in un secondo momento con l’e
roe disegnato da Gracian. Le differenze evi
denziate si giocano soprattutto sulla modu
lazione tra forza e fragilità nella ‘virtù’ eroi
ca. Nel nuovo modo di intendere il potere
politico da parte di Machiavelli, che attra
versa il principe e lo Stato, non manca il ri
corso ad esempi antichi, e l’innovazione si in
nesta pur sempre sull’imitazione.
L’eroe di Gracian assume tutt’altre sem
bianze, estetiche più che politiche. Ha qualità
eccezionali:
esprit,
cuore, gusto, arte e gover
no di sé, che non possono che rimanere nella
sfera dell’individuale, del singolare, che si ri
ferisce ad una natura umana del tutto astorica.
In Vico invece, «la figura storica dell’età
degli eroi suppone la rimessa in causa dei
princìpi d’identità temporale, di singolarità e
di eccezionalità che definivano interamente
l’eroe politico e l’eroe estetico nel Rinasci
mento e nella prima metà del secolo XVII»
(pp. 104-105). Naturalmente, l’attribuzione
dei caratteri dell’eroismo ad una intera età -
pur se Vico non elimina l’eccezionaiità del
l’eroe - pone il discorso vichiano su tutt’al-
tra linea teorica. Innanzitutto si spezza quel
legame fondato sul principio di imitazione,
legame impossibile tra età diverse per ogni
aspetto. «Forza e fragilità appartengono, in
tale contesto, ad una classe storicamente col
locata. Ma questo va ben al di là, in Vico, del
la mera storicizzazione»
(ibid.,
p. 105).
[M. R.]