PER EUGENIO GARIN
Eugenio Garin è morto il 30 dicembre 2004. Il nostro «Bollettino» lo
annuncia con particolare dolore e rimpianto non solo perché consape­
vole della perdita subita dalla cultura filosofica italiana, privata del ma­
gistero di chi, con determinazione, denunciò i rischi di una «storiogra­
fia classificatoria, che tende a ipostatizzare le varie discipline, fondan­
dole su pseudocategorie: lì le lettere, qua la filosofia e le scienze, lì l'arte
e la morale, qua la religione e la politica. In tal modo si perde il senso del­
la mutevole egemonia delle varie forme dell’attività umana; si ignora il
fatto che gli atteggiamenti fondamentali e i quadri di insieme, che han­
no peso decisivo nel progresso della cultura, trovano volta a volta il lo­
ro centro di gravità nell’ambito di quella forma che viene a predomina­
re raggiungendo il massimo di caratterizzazione e di perfezione», così
come, con echi cassireriani, Garin scrisse, nel 1965, aprendo il volume
Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano, mostrando di condivide­
re, se non sbaglio, l’idea di una filosofia ormai risoltasi nei saperi positi­
vi, garanti di quello che Croce aveva chiamato «il momento della parti­
colarità».
In nostro «Bollettino» partecipa, con particolare animo, alla scom­
parsa di Eugenio Garin per almeno due ragioni speciali: il ricordo (che
non mancherà d’essere da noi articolato e argomentato) del contributo
da lui dato all’interpretazione di Vico con scritti che, pur non parago­
nabili quantitativamente ad altri suoi lavori dedicati a diversi ambiti sto­
riografici, si distinguono per equilibrio, dottrina e novità di proposta;
l’attenzione sempre dedicata al nostro lavoro, nel quadro di una intensa
amicizia e di fruttuosi rapporti intellettuali con chi volle questa rivista e
ne segnò indelebilmente il carattere, specialmente nel primo decennio di
vita che direttamente risale all’impegno vicinano di Pietro Piovani. Né
perciò è un caso che la collaborazione di Garin al «Bollettino» si con­
centrò in quegli anni, come mostra l’elenco dei suoi scritti qui pubbli­
cati, trascritto in calce a queste pagine di occasione, per concludersi
idealmente con il saggio, nel 1985 dedicato a Gli studi vichiani di R Pio­
vani, nel quale il maestro fiorentino (che già aveva ricordato il maestro
napoletano nella solenne commemorazione organizzata nell’aprile del
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