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JOSEF MARTlNEZ BISBAL
L’emigrazione marittima è in questo modo genericamente vincolata
al diritto eroico in tutte le sue manifestazioni, inclusa la pirateria e le
guerre senza preventiva dichiarazione, e pertanto è inserita nei princìpi
della «commigrazione dei popoli» stabiliti nella «Cronologia poetica»:
dall’Oriente, che fu il principio di ogni genere umano, « l’errar ferino per
gli luoghi mediterranei della terra, dipoi il diritto eroico e per terra e per
mare, finalmente i traffichi marittimi de’ fenici sparsero le prime nazio­
ni per le restanti parti del mondo». E questo è tutto ciò che troviamo nel­
la redazione del 1744 della
Scienza nuova
intorno alla trasmigrazione ma­
rittima51.
Non appaiono individuati i famoli fuggiti dalla prima rivolta simbo­
lizzati dal timone, né vi è un racconto autonomo della prima migrazione
orientale. Come ho già segnalato, nel libro secondo della
Scienza nuova
del 1744 la rivolta va esclusivamente unita alla sua risoluzione per mez­
zo della prima legge agraria che lega nuovamente i famoli, ormai plebe,
ai campi e al servizio dei signori, e non contempla l’alternativa della fu­
ga. Inoltre, la favola appena citata di Vulcano eroico che, con la rete,
estrae dal mare Marte e Venere plebea - nell’interpretazione che Vico le
attribuisce - suppone la cattura dei fuggiaschi e la loro soggezione alle
terre degli eroi. Da ciò emerge che la storia dei «drappelli di rifuggiti da
mare», origine delle colonie marittime che, secondo Vico, tale favola con­
tiene, sarebbe la storia di un fallimento. Colonie di fuggitivi sì, ma sotto
il dominio degli eroi che li sottomettono quando arrivano nella terrafer­
ma e li scoprono plebei, senza la luce civile degli auspici che conferisce
cittadinanza soltanto agli eroi. La favola rappresenta nella
Scienza nuo­
va
del 1744 la ricaduta dei ribelli nelle reti degli eroi, e nel loro rinnova­
to dominio, con una centralità tale da estenderla al modo in cui Ulisse
riduce i pretendenti alla stregua di tordi intrappolati in una rete32. Infi­
ne prevale l’attaccamento alla terra a causa dello stesso diritto eroico che
aveva provocato la fuga. Tale interpretazione della favola generale offre
un destino ai ribelli fuggitivi marittimi che non corrisponde con il desti­
no annunciato ai protagonisti del timone della «Dipintura», dato che non
511diversi riferimenti alle colonie marittime hanno in generale il senso di correggere even­
tuali errori nella sequenza temporale (per esempio
ibid., SS
86,735) o di spiegare antichità ro­
mane oscure, come la supposta colonia nel Lazio fondata in seguito alla guerra di Troia per
spiegare l’arrivo di Enea, tra le menzioni della quale si trova l’altro particolare riferimento,
dopo quello a Didone, a dei fuggiaschi: i «frigi, i quali erano fuggiaschi di mare»
(ibid.,
§§
306, 770).
52
Ibid.,
§ 654. La favola, in
De comi.,
p. 645, ha un altro significato: Marte nudo - patri­
zio degenerato - che si nasconde in mare con Venere nuda - donne plebee - e sono scoperti
da Vulcano - nobili custodi del carattere sacro delle nozze - catturati e uccisi.
1...,62,63,64,65,66,67,68,69,70,71 73,74,75,76,77,78,79,80,81,82,...305