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FABRIZIO LOMONACO
dell’Annotazioni, e dell’Opera dintorno alla Natura comune delle Na­
zioni. In una maniera eminente ristretto, ed unito
e principalmente ordi­
nato
alla Discoverta del Vero Omero»2 che si ipotizza fosse il titolo ori­
ginario dell’opera. La «Tavola cronologica», ripiegata e posta alla fine
del volume, documenta correzioni manoscritte; al margine superiore si­
nistro, il numero 99, scritto a penna, indica che la tavola dovesse essere
collocata subito dopo l’«Idea dell’Opera».
Bastano già queste ‘varianti’ per riferire l’esemplare in esame a quel
«nuovo ramo della storia della lettura, e forse anche [...] del libro»3 cui
appartengono i testi a stampa con annotazioni manoscritte. Essi, negli
anni Novanta e, soprattutto, in area anglosassone hanno destato un in­
tenso interesse bibliologia), aprendo, poi, anche in Italia un dibattito cir­
ca la possibilità di verificare se si possa pensare al
postillato
- emerso,
com’è noto nella pratica critico-letteraria d ’età umanistico-rinascimen-
tale - quale ‘categoria’ libraria autonoma e se sia possibile isolare per es­
sa degli
standards
descrittivi dal punto di vista metodologico e termino­
logico*4. L’essere postillato costituisce, per un libro, una condizione estre­
ma, giacché ne attesta l’esistenza pienamente realizzata, sollecitando nel
lettore una diretta partecipazione alla sua comprensione. Emerge, infat­
ti, la necessità di considerare la pagina ‘annotata’ come luogo di intera­
zione dinamica, di progressiva stratificazione di testimonianze e di frui­
zioni a vari livelli.
Il caso Vico è tanto più complesso e originale, perché si tratta di sot­
tolineare non semplicemente il rapporto di un testo con il suo lettore,
ma il rinnovato incontro con un lettore che ne è l’autore stesso. Il com­
mento, in forma di annotazione, si propone come intervento sul conte­
nuto dell’opera, funge da strumento di lavoro e da sussidio per la me­
moria dell’autore, specchio del suo modo di pensare. La
Scienza nuova
del 1730 costituisce sicuramente la tappa più travagliata e complessa -
sia dal punto di vista filologico che teorico - del percorso vichiano, in­
nanzitutto perché non ne esiste una redazione unica né è stato possibile
individuare il manoscritto d ’appoggio alla stampa. Il ‘postillatore’ Vico
2
SnI159,
p. 97.
3 Così B. M.
ROSENTHAI.,
Catalogare note manoscritte in libri a stampa,
in
Nel mondo del­
lepostille. I libri a stampa con note manoscritte. Una raccolta di studi,
a cura di E. Barbieri, Mi­
lano, 2002, p. 22.
4 Dettagliate informazioni offre B.
PAGLIARI,
Per una bibliografia degli studi sui postillati,
in
Libri a stampa postillati.
Atti del Colloquio internazionale (Milano, 3-5 maggio 2001), a cu­
ra di E. Barbieri e G . Frasso, Milano, 2003, pp. 375-401. Sulla tradizione umanistico-rinasci-
mentale si veda l’acuta ricostruzione di J-M .
CHATELAIN,
Libri postillati e tradizione umani­
stica,
in
Nel mondo delle postille...,
cit., pp. 105-123.
1...,72,73,74,75,76,77,78,79,80,81 83,84,85,86,87,88,89,90,91,92,...305