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FABRIZIO LOMONACO
dell’«Idea dell’Opera») «per alcun
Giovine
, che voglia profittare di que
sta Scienza»10.
Naturalmente, un primo problema ecdotico, includente fondamen
tali istanze teoriche, è la relazione con la prima edizione a stampa del
l’opera nel 1725. A documentarla sono le varianti alquanto diffuse che
correggono l’indicazione generica di «opera» o di
«Scienza nuova
» con
l’aggiunta di
«Prima».
Favorendo un’opera di ricontestualizzazione, la
correzione collega e, nello stesso tempo, allontana il lettore dalla stam
pa della
Scienza nuova
1725, trasformata dalla quantità dei cosiddetti
«materiali d ’autore» (in manoscritto e /o a stampa). Si tratta, com’è no
to, delle quattro serie di
Correzioni, Miglioramenti, ed Aggiunte
che im
pongono di distinguere altrettanti momenti separati nella storia del te
sto e del pensiero di Vico: le
prime
stampate con l’iniziale tiratura del
l’opera, le
seconde
con la successiva tiratura e con novità strutturali rile
vanti come l’introduzione della I e XIII
Degnila
, le
terze
e, infine, le
quar
te
da riferire rispettivamente agli anni 1730-1731 e 1732-1734. In tali pe
riodi l’opera conosce profondi mutamenti strutturali e funzionali alle
molte novità concettuali («altre aggiunte fuori d ’ordine», altre varianti
soprattutto nell’«Occasione di meditarsi quest’Opera» e nella «Tavola
d ’indici», nonché la novità di una «Pratica di questa scienza» nelle
Cor
rezioni terze
e mai più ripubblicata), bilanciate dal dichiarato proposito
di salvare 1) del
Diritto universale
i due
Ragionamenti
sulla «Legge del
le XII Tavole» e su quella «regia» di Triboniano; 2) della
Scienza nuova
del 1725 solo tre capitoli («Nuova scoverta dell’origini delle insegne gen
tilizie»; «Scoverta delle vere cagioni della lingua latina»; «Idea di un di
zionario di voci mentali comune a tutte le nazioni»).
Se Nicolini ha considerato il postillato napoletano in esame parte in
tegrante delle
Correzioni quarte,
nel 1986 Vincenzo Placella ha, invece,
documentato che solo tra il XIII H 58 e le
Correzioni quarte
sussistono
corrispondenze di interventi correttivi, mentre il XIII H 59 presente
rebbe le caratteristiche di un lavoro preliminare. A sostegno di ciò l’in
terprete ha fornito «un esempio di progressione» tratto
d'AYAnnotazio
ne
«G » alla «Tavola cronologica», nel libro I dell’opera, documentando
10
SnH59,
p. 93 e
SnìO,
p. 57. «Ella contiene tutte
Discoverte
in gran parte
diverse,
e molte
dello ’ntutto
contrarie
all’oppenione, che delle cose, le quali qui si ragionano, si è avuto finora.
Talché ti bisogna d ’una
forte acutezza di mente,
da non abbacinarsi al gran numero de’ nuovi
lu
mi,
ch’ella dappertutto diffonde. Di più ella spiega
idee
tutte
nuove
nella loro spezie: perciò ti
priego a volertici
avvezzare,
con
leggere
almeno
tre volte
quest’Opera. Finalmente per farti sen
tire il
nerbo delle pruove,
le quali col dilatarsi si debilitano; qui poco si dice, e si lascia molto a
pensare: e perciò ti bisogna
meditare
più
addentro
le cose; e col
combinarle
vieppiù vederle in
più
ampia distesa;
affinché tu possa averne acquistato la
(acuità» (SnH59,
p. 96;
Sti30,
p. 58).