NOTE SU UN ESEMPLARE POSTILLATO DELLA SCIENZA NUOVA 1730
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Emblematico è 0 caso del libro IV del 1730, assente nel testo del 1725
e impegnato ad alterarne radicalmente l’organizzazione tematico-proble-
matica. Si pensi, solo per restare su linee generalissime di riferimento, al
l’esemplarità della «potenza» di Roma e dei nuovi contrassegni che essa
assume. La sua «gravità e sapienza» si confermano anche nel complicato
tentativo di prolungare
Xeroismo
per mantenere la «custodia degl’ordini»
tra quella dei «confini» e delle «leggi». Di qui l’insistenza di Vico nel sot
tolineare i «tardi passi» dell’avvento di una repubblica popolare, nonché
lo slittamento in avanti dell’istituzione del
censo
che chiude la fase eroica
e apre problematicamente i «tempi umani» del vero e dell’«equità natu
rale», esposti al sempre possibile «ricorso», oggetto di analisi introdotta
nel nuovo libro V anch’esso assente nell’edizione del 1725.
Nell’esemplare napoletano XIII H 59, l’«Idea dell’Opera» contiene
una postilla per emendare il testo con un intervento che, proprio per l’o
rigine del
censo
(tema che, com’è noto, costò all’autore la «
maggiorfati
ga
di tutte
sulle cose Romane»),
introduce l’etimologia di
Erario,
«da
aes,
aeris in senso di danajo» e si elimina il brano: «La storia di queste voci
soldo,
onde è detto soldato;
scudo,
ch’è pur’ arma di difesa; e
ducato,
che
dee essere stato il soldo de’ Capitani, ci narra esser’ incominciati tali
\Erarj
a’
tempi barbari ritornati]»16.
E, ancor più significativamente, nel
libro II, trattando
Della sapienza poetica,
il «corollario dintorno all’E-
roismo de’ Primi Popoli» viene riproposto ma senza il riferimento allo
stesso tema, «ch ’è stato finor
'immaginato da’Filosofi,
ingannati
dagli tre
equivoci
di quelle tre parole [
Popolo, Re,
e
Libertà]»11.
Se proprio in relazione al tema dell’eroismo (e in corrispondenza del
la
Degnità
LXX IX del testo a stampa del 1730) si introduce la postilla
«quiritario», per distinguere il
dominium
presso i padri al tempo della
seconda «legge agraria», errori persistono nell’indicazione della
Degnità
LXXX IV corretta come XC: «L e
Repubbliche Aristocratiche conservano
le ricchezze dentro l’ordine de’ Nobili,
perchè
guardano alla Potenza di es
so Ordine.
Questa Degnità è ’l
Principio della Clemenza,
ch’usavano i
Ro
mani nelle vittorie,
che
toglievano a ’ vinti
le sole
armi,
e sotto la legge di
comportevole tributo
rilasciavano il dominio bonitario
di tutto; ch’è la
cagione, che i
Padri
resisterono sempre all
'Agrarie de’ Gracchi
» 18. Il te
ma è coerente con la ricostruzione di una testimonianza di storia auten
ticamente romana: la legislazione decemvirale che porta a soluzione, sen
16
SnìO,
p. 42 e
SnH59,
pp. 48-49.
17S«H59, p. 312.
18
lbid
., pp. 157-158. Cristofolini segnala la
Degnità
LXXX IV come modificata in LXXX IX
nel postillato X III H 59 (cfr.
Sn30,
p. 112 n.).