RICORDO DI NICOLA BADALONI
Le coincidenze, si sa, costituiscono un connaturato elemento dell’e
sistenza. Figuriamoci poi quando si è dinanzi a quelle contingenze che
punteggiano la storia di vita di un individuo, e di un individuo, per giun
ta, esemplare e unanimemente apprezzato e riconosciuto. Così, doven
do tracciare, per i lettori del «Bollettino», un rapido ricordo di Nicola
Badaloni (1924-2005) - e riservando a più meditate e future riflessioni
sul suo pensiero e sulla sua opera uno spazio ben più adeguato - non po
tevo non iniziare dal meditare su una significativa coincidenza. Per un
uomo e un intellettuale da sempre votato ad una rigorosa e infaticabile
operosità scientifica, gli ultimi giorni prima del distacco sono stati se
gnati da quell’evento che per ogni scrittore (almeno per quelli autentici
non costruiti dagli artifici mediatici e dalle patine del mercato) costitui
sce sempre un momento di grande intensità: vedere oggettivati sulla car
ta stampata i propri pensieri, gli sforzi di tante ricerche svolte o solo av
viate, di tante letture compiute, di tanti rovelli filosofici e filologici. Co
sì egli ha fatto in tempo, qualche settimana prima della morte, a vedere
il corposo volume {Inquietudini efermenti di libertà nelRinascimento ita
liano, Pisa, 2004) offertogli dai suoi più cari allievi (tra cui Giuliano Cam
pioni, Remo Bodei e Maurizio Iacono), che raccoglie - come ha giusta
mente scritto Lina Bolzoni nella prefazione - una serie di contributi che
integrano i grandi libri che egli aveva dedicato alla tradizione filosofica
del Rinascimento italiano: da Bruno a Campanella, da Vico a Conti. Non
solo, ma come mi ha raccontato la sua amatissima Marcella con la voce
incrinata dal dolore, Badaloni ha potuto vedere e licenziare le bozze del
libro al quale, in questi ultimi tempi, aveva lavorato malgrado l’aggra
varsi del suo male agli occhi e che è arrivato nelle librerie poche setti
mane dopo la sua morte (Laici credenti all’alba delmoderno. La linea Her-
bert-Vico, Firenze, 2005).
Rinascimento, Bruno, Campanella, Vico, Gramsci: si potrebbe con
centrare in questi snodi essenziali il percorso storiografico e filosofico di
Badaloni, un percorso che è tutto dentro la tradizione etico-civile della
filosofia italiana, alla cui peculiarità teorica e concettuale (il primato del
la prassi, la centralità della relazione tra pensiero e azione, tra universa