OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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È proprio nel passo sopra citato, nel descrivere le relazioni tra i due
elementi fondamentali dell’immagine - l ’occhio che guarda, incornicia­
to dal triangolo (Dio come Provvidenza) e la Donna (la Metafisica in at­
tiva contemplazione) - che la nozione di aspetto dispiega il suo spettro
semantico più ampio - talmente ampio che si tende a non coglierne l ’ec­
cezionale densità: nella maggior parte delle traduzioni dell’opera (non
però nell’eccellente versione francese di Alain Pons) essa non è resa at­
traverso gli equivalenti del termine «aspetto», ma viene sciolta attraver­
so scelte terminologiche diverse che riducono o annullano l ’ambiguità
semantica del termine). Eppure proprio questa ampiezza semantica è in­
dispensabile agli obiettivi che Vico si propone con il commento alla Di­
pintura.
All’incisione, che il filosofo diede il compito di realizzare al pittore
Domenico Vaccaro, viene infatti attribuito il compito ambizioso di rap­
presentare il percorso compiuto dalla
Scienza nuova,
attraverso una dop­
pia funzione:
diamo a vedere una Tavola delle cose civili la quale serva al leggitore per
concepire l’idea di quest’opera avanti di leggerla, e per ridurla più facilmente
a memoria, con tal aiuto che gli somministri la fantasia, dopo averla letta7.
Il
duplice obiettivo di anticipare la struttura complessiva in forma di
immagine e di fornire un ausilio mnemonico a lettura avvenuta sembra
però, come è stato più volte osservato, mancare il bersaglio. La ragione
fondamentale di ciò è, a mio avviso, che l ’incisione che introduce la
Scienza nuova
non può dare forma a quello che la riflessione vichiana
stessa considera il linguaggio d ’immagini: le «lingue mutole» con cui i
bestioni delle origini «dovettero spiegarsi per atti o corpi che avessero
naturali rapporti alle loro idee»8.1 caratteri poetici della Dipintura non
sono infatti soltanto statici (e in alcuni casi neppure identificabili, co­
me Vico stesso riconosce nel caso del segno del Leone posto sulla fascia
intorno al globo)9, essi mancano soprattutto di quella dimensione di­
namica che è tratto costitutivo degli atti e dei corpi animati del lin­
guaggio delle origini e, infine, essi sono - ciò che ancor più conta - sot­
tratti a quel contesto complessivo, fatto di movimenti, suoni, interazio­
ni corporee e passionali al cui interno avviene la prima produzione dei
caratteri poetici.
7 Ivi, § 1.
8 Ivi, § 434.
9 Ivi, § 3 .
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