OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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Ma qui sta anche la ragione principale delle difficoltà che la Dipin
tura pone abitualmente ai suoi lettori: il fatto cioè che essa venga pensa
ta come una figura ad altissima complessità, una figura ambigua, polise-
mica, almeno virtualmente dinamica (o piuttosto, al tempo stesso stati
ca e dinamica, come ha osservato Pons12), che prende forma grazie alla
sintesi di strati sovrapposti e la cui molteplicità è rispecchiata, in modo
del tutto inadeguato, dall’immagine in cui si realizza, a causa, come ab
biamo detto, della sua omogeneità e staticità e della scarsa perspicuità di
molti elementi di cui si compone.
In questo senso ci sembra che il modo in cui Vico utilizza, proprio in
questa parte dell’opera, il termine «aspetto» sia l’indice della stratifica
zione di livelli e della complessità della Dipintura immaginata dal filo
sofo: la nozione assume cioè su di sé e rispecchia nel proprio significato
quel carattere polisemico, che è proprio sia dei caratteri poetici che com
pongono l’immagine, sia delle prime parole del mondo umano, della cui
rete complessa di significati, Vico ricostruisce l’etimologia.
3.
Le accezioni di aspetto: una ricognizione di semantica storica.
Tale mol
teplicità e intreccio di accezioni non è però, si badi, il prodotto di un’in
venzione vichiana, ma è piuttosto un originale e sofisticato precipitato se
mantico che Vico trova già disponibile nella lingua del suo tempo. E il frut
to di un’elaborazione linguistica in cui, una volta di più, è decisivo il con
tributo di Dante, forse anche ispiratore, attraverso alcune immagini del Pa
radiso, della figura della Provvidenza13. A proposito dell’uso che quest’ul
timo fa del termine aspetto Quondam ha osservato che i sensi in cui esso
appare « a volte presentano difficoltà di precisazione, nel loro oscillare tra
il significato attivo di ‘vista’, ‘sguardo’, e cioè azione del guardare, e quello
passivo, più vicino all’uso moderno ‘ciò che appare a chi guarda’14.
Una ricognizione, sia pur, necessariamente, sommaria di semantica
storica, appare dunque un passo indispensabile per comprendere l ’uso
estremamente ampio e polivalente che Vico fa del termine «aspetto», co
sì come le ragioni per cui esso gli sia in effetti apparso un candidato idea
le per le proprie riflessioni. Anzitutto il fatto che il riferimento a una
quantità di accezioni tra loro interconnesse consente di cogliere, allo stes
so tempo, più elementi che agiscono contemporaneamente nei processi
di significazione.
12 A. PONS,
Le frontispice de la
Science Nouvelle
comme
«Idée de l’oeuvre», in
Vico, la
Science du monde civil et le sublime,
a cura di A. Pons e B. Saint Girons, Nanterre, 2004, p. 66.
13 Cfr. F.
NlCOLINl,
Commento storico alla seconda
Scienza nuova, Roma, 1978, p. 21.
14 A. QuoNDAiM,
Voce
«Aspetto», in
Enciclopedia dantesca,
Torino, 1970, p. 414.