OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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la relazione col vero e coll’utile. Una particolarità che a un tratto si sco
pra in una causa fa dire al giudice: Muta aspetto». Seguono l’accezione
tecnico scientifica dell’astrologia e quelle, anch’essa strutturata secondo
un’opposizione semantica, per cui l ’aspetto è al tempo stesso l’apparen
za di ciò è vero e l ’apparenza in contrapposizione a ciò che è vero.
Se consideriamo la voce «aspetto» di un dizionario moderno vedia
mo che la maggior parte delle accezioni sono scomparse. Nel De Mau
ro: «FO (fondamentale) Il modo in cui qualcosa o qualcuno appare alla
vista; LE (letterario) sguardo, vista; TS astrol. posizione reciproca delle
coppie di pianeti; TS ling. Modo di considerare l’azione indicata da un
verbo a seconda che sia vista nel suo cominciare o perdurare, o in un suo
momento, o nell’essere ormai perdurata»17. Nel De Mauro è riportata
come letteraria l’accezione che fa riferimento a sguardo e vista e trovia
mo invece, in aggiunta rispetto alle voci del Tommaseo e del Battaglia,
l ’accezione linguistica che fa riferimento agli aspetti del verbo che de
scrivono i tipi di azione.
4.
«Aspetto» nella Scienza nuova: tra principio semantico e principio
epistemologico.
Torniamo ora al passo da cui siamo partiti: «Il triangolo
luminoso con ivi dentro un occhio veggente egli è Iddio con l’aspetto
della sua provvidenza, per lo qual aspetto la metafisica in atto di estati
ca il contempla sopra l’ordine delle cose naturali, per lo quale finora
l ’hanno contemplato i filosofi»18.
In questo passo, come osserva anche Battistini nel suo commento, è
in primo piano l’accezione dello sguardo, dell’atto di vedere, a cui fan
no riferimento sia l’occhio, sia la precisazione che Dio è concepito qui
come provvidenza: «ricuperando il significato etimologico del nome, si
insiste sull’atto del vedere, ribadito poco dopo con la menzione della
‘provvidenza’, che sottintende un ‘pro-videre’, ossia un vedere di fronte
a sé»19. Ma appunto la menzione della «provvidenza» avviene proprio
grazie alla precisazione che egli è «Iddio con l’aspetto della sua provvi
denza» dunque attraverso un impiego di aspetto in cui si seleziona, al
tempo stesso, il punto di vista da cui è considerata la divinità, come vie
ne immediatamente ribadito dalla ripetizione del termine «per lo qual
aspetto la metafisica in atto di estatica il contempla [ ...] » .
Qui avviene una sovrapposizione di due ordini, due livelli paralleli di
discorso, di cui l ’uso semanticamente polivalente di aspetto è l’indicato
17 T. De
M
auro
,
il dizionario della lingua italiana
, Torino,
2000.
l s Sn44,
§2.
19 A.
B
attistini
,
Commento
a G. Vico,
Opere
, cit., voi. II, p. 1479.