OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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ampio di raggi) per applicarsi all’osservazione delle cose civili, alla com­
prensione del mondo umano delle sue attività religiose, linguistiche, po­
litiche. A tal proposito commentando l’espressione «in estatica» Batti­
stini osserva: «la metafisica si proietta al di fuori di sé (ex-stasis), ma non
in senso mistico, bensì con il valore attivo del
fa cere,
della prassi»25.
Si mostra così un altro tratto fondamentale del termine aspetto, la dia­
tesi attivo-passivo, che fa sì che nel concetto vengano strettamente con­
giunte le due dimensioni: percepire, cogliere, comprendere un aspetto
equivale a diventare capaci di compiere determinate attività. Passività e
attività sono dunque qui due componenti di un’unica esperienza in cui
ha un ruolo fondamentale la dimensione espressiva, il valore affettivo che
attraversa le diverse accezioni di aspetto. Si tengono dunque insieme lo
sguardo, la figura, la faccia, come ciò che guarda e ciò che viene visto,
insieme alla prospettiva, sempre affettivamente marcata, da cui si guar­
da. A tale proposito osserviamo che la stessa espressione «in estatica» in­
clude anche questo elemento emozionale, in questo caso l’ammirazione,
la meraviglia prodotta dalla contemplazione della divinità sotto l ’aspet­
to della Provvidenza.
5.
Aspetto della Provvidenza e aspetto di Giove nella Dipintura: un ’e ­
quivalenza strutturale?
Tutti gli elementi dell’immagine, strettamente
connessi nel termine aspetto, fanno riferimento sia alla figura corporea
e alle sue attività sensoriali ed espressive, sia alla capacità della metafisi­
ca di cogliere la giusta prospettiva, i punti di vista adeguati per com­
prendere il mondo umano. Questo doppio registro tiene insieme sia la
prospettiva epistemologica che quella semantica, in cui Vico esibisce, nel
geroglifico poetico della Provvidenza, quello che verrà in seguito illu­
strato con la creazione dei caratteri divini ed eroici. Anche di quest’ulti-
ma produzione è matrice la divinità, primo geroglifico poetico, che è al­
l ’origine di tutte le società umane.
Parlare dell’occhio che guarda come Dio «sotto l’aspetto della Prov­
videnza» introduce implicitamente, a nostro avviso, anche un altro aspet­
to complementare che apre alla prospettiva filogenetica, in cui i primi
uomini della gentilità arrivano a fantasticare divinità, ossia a farsi un’im­
magine di esse. Si può dire allora che in questa estrema compressione di
livelli la Provvidenza assume anche il ruolo che svolgerà l’invenzio-
ne/comprensione del primo carattere divino, Giove. Le relazioni tra l’oc-
chio-prowidenza e la donna-metafisica sono cioè così concepite da Vi­
co in modo da essere strutturalmente equivalenti rispetto a quelle che
25 A. B
attistini
,
Commento
, cit., p. 1479.
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