OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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Perché universalmente da tutte le nazioni gentili fu osservato il Cielo con
l’aspetto di Giove, per riceverne le leggi ne’ di lui divini avvisi, o comandi,
che credevano esser gli auspici: lo che dimostra tutte le nazioni esser nate
sulla persuasione della Provvidenza Divina28.
Qui si stabilisce anzitutto una connessione tra l’origine della divinità
che si produce attraverso un particolare modo di osservare il Cielo «con
l’aspetto di Giove» appunto (e dunque meditata ancor prima che favel
lata come si conviene secondo Vico alle prime religioni e alle prime lin
gue, v.
Sn44,
§ 401) e la nascita delle leggi concepite, anzitutto come or
dini della divinità da penetrare attraverso la divinazione - connessione te
stimoniata anche, secondo l’ardita analisi della
Scienza nuova
, dal nesso
etimologico che lega «iu s» («diritto») e «Ious» («Giove»)29e riporta dun
que ai molteplici aspetti costituivi delle prime esperienze linguistiche, re
ligiose e civili a un nucleo etimologico comune a cui sono riconducibili,
per Vico, moltissime parole. La divinazione dei popoli gentili è quindi il
medium
tra l ’origine della divinità e quello delle leggi, esso è considerato
la prova che la nozione di provvidenza divina è comune a tutti i popoli30
così come segna per tutti il passaggio dallo stato bestiale all’umanità.
Quello che si attiva è in effetti un dispositivo semantico: la capacità di co
gliere i fenomeni naturali con un atto inventivo in cui essi appaiono ca
ratteri poetici e assumono la forma di comandi rivolti agli esseri umani.
Si avvalora perciò, a mio avviso, la necessità di leggere il riferimento
all’aspetto della Provvidenza nella Dipintura nella doppia chiave seman
tica ed epistemologica (quella dei principi della scienza), una duplicità
che investe, tra l’altro una questione centrale, mai risolta in modo univo
co, nella
Scienza nuova,
quella dei rapporti tra religione e lingua ebraica
e religioni e lingue dei popoli gentili. Posso solo menzionare questa que
stione estremamente complessa31 e ricordare come essa sia strettamente
legata alla tensione tra il dualismo metodologico della scienza vichiana
che oppone mente e corpo e il radicamento corporeo della significazione
come fulcro della concezione del linguaggio della
Scienza nuova?2.
Da un punto di vista filosofico-linguistico la Provvidenza appare co
munque il primo significato performativo, la matrice del mondo civile
umano. L’aspetto del Cielo, così come quello della divinità provvidente
28 Ivi, § 505.
29 Ivi, § 14 e
passim.
30 Ivi, § 505, v. passo sopra citato.
31 Sul ruolo centrale della lingua ebraica nella riflessione di Vico si veda D. Di
C
esare
,
Parola, lògos, dabar: linguaggio e verità nella filosofia di Vico
, in questo «Bollettino» XXII-
XXIII (1992-93), pp. 325-334.
32 Su questo cfr.
F
o rm ica ri
,
op. cit.,
p. 102.