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SARA FORTUNA
dell’applicazione del modello vichiano non vorremmo tuttavia cedere al­
l’inclinazione dell’attività filosofica a condurre, come osservava Witt­
genstein, una dieta povera di esempi e vorremmo menzionare almeno un
caso: l’apprendimento della lettura e della scrittura nelle civiltà occi­
dentali contemporanee che è contrapposto alla lingua orale, in quanto
non innato e che invece potrebbe diventare al pari di quest’ultima e dun­
que avvenire anch’esso senza un apprendimento esplicito45.
Una trasformazione dell’ambiente simbolico umano in grado di in­
nescare questo processo implicherebbe naturalmente un profondo ri-
pensamento del modo in cui l’invenzione della scrittura e i processi di
alfabetizzazione e scolarizzazione a essa correlata hanno modificato la
cognitività umana. Ancora una volta le società umane investite da que­
sta rivoluzione si troveranno a ripensare i rapporti tra corpo e mente, tra
concreto e astratto, tra concretezza semantica e dimensione astratta e do­
vranno superare il modello in cui l’approdo alla seconda modalità è con­
cepito come il prodotto del superaramento della prima. L’invenzione e
la diffusione della scrittura sono avvenute attraverso l’approdo a un li­
vello astratto e analitico, in cui la produzione degli aspetti grafici (e il lo­
ro apprendimento) è stata separata ed anzi contrapposta agli aspetti ra­
dicati nella dimensione corporea ed espressiva. E necessario dunque ela­
borare una diversa concezione di mente, di corporeità e di significato
che si liberi definitivamente di ogni ipoteca dualista. Questo iato si ri­
flette infatti sui metodi con cui ancora oggi viene insegnato a leggere e a
scrivere ai bambini.
Tuttavia vi sono oggi rispetto a un tempo le condizioni tecnologiche
per produrre un ambiente linguistico-pedagogico in cui l’integrazione
tra i diversi simboli è maggiore e in cui si può rendere ancora più siste­
matica la complementarità tra lettere, immagini (multisensoriali), suoni
e soprattutto gesti e altri elementi fisiognomici (intonazione, espressio­
ni del viso, prosodia) con cui gli adulti si rivolgono ai bambini. Come Vi­
co mostrava di sapere bene presentando un’introduzione multimediale,
plurisensa e affettivamente marcata della propria scienza (e ancor prima
elaborando una pedagogia profondamente anticartesiana, radicata nella
corporeità e nell’attività immaginativa), questo contesto è fondamenta­
le per un apprendimento integrato dei diversi simboli: se gli adulti ap­
plicassero tali elementi anche nel riferimento sistematico alle lettere e al-
45 La tesi, che ci sembra porre in atto quella coesistenza di lingue, tecniche di significa­
zione, proposta dal modello vichiano, è proposta in E.
JABLONKA
-G.
R
echav
,
The Evolution
ofLanguage in thè Light o fthè Evolution o/Literacy,
in
Origins o/Language,
ed. byj. Trabant,
Budapest, 1996.
1...,104,105,106,107,108,109,110,111,112,113 115,116,117,118,119,120,121,122,123,124,...272