IL NUOVO MONDO NELLA SCIENZA NUOVA
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rio dopo la seconda metà del Seicento21. Nell’affermare la superiorità del
la storia sacra su quella profana Vico condanna coloro che hanno messo
in dubbio una tale verità. La sua polemica colpisce gli ateisti napoletani -
i quali sostenevano che l’umanità preesistesse ad Adamo - coinvolge l’au
torità dello stesso Platone22, fino a scagliarsi contro i più recenti sosteni
tori della maggiore antichità della storia egizia23e di quella cinese24rispetto
a quella ebraica.
21 ROSSI,
op. cit.,
pp. 199-200.
22 «[...] il quale, stimando forse il mondo eterno, si prese questa parte del tempo suo, nel
la quale filosofi d’altre nazioni ingentilite avessero addimesticato il genere umano, in altre par
ti selvaggio [...]. Qui diremo solamente che Platone, seguendo troppo di buona fede la vol-
gar fama della sua Grecia, non rifletté che vi fa venire l’umanità da quella Tracia dalla quale
più tosto escono i Marti crudeli, e tanto fu paese da produrre filosofi che ne restò a essi gre
ci quel proverbio, che pur è un giudizio pubblico d’un’intiera nazione, col quale dicevano ‘tra
ce’ per significare ‘uomo di ottuso ingegno’»
(Sn25, SS
30-31,
p.
995).
23 «[La tavola cronologica] si propone tutta contraria al
Canone cronico egiziaco, ebraico
e greco
di Giovanni Marshamo, ove vuol provare che gli egizi nella polizia e nella religione
precedettero a tutte le nazioni del mondo, e che i di loro riti sagri ed ordinamenti civili, tra
sportati ad altri popoli, con qualche emendazione si ricevettero dagli ebrei. Nella qual oppe-
nione il seguitò lo Spencero nella dissertazione
De Urim et Thummium,
ove oppina che gl’i
sraeliti avessero apparato dagli egizi tutta la scienza delle divine cose per mezzo della sagra
Cabbaia. Finalmente al Marshamo acclamò l’Ornio nel
VAntichità della barbaresca filosofia,
ove, nel libro intitolato
Chaldaicus,
scrive che Mosè, addottrinato nella scienza delle divine
cose dagli egizi, l’avesse portate nelle sue leggi agli ebrei. Surse allo ’ncontro Ermanno Wit-
zio, nell’opera intitolata
Aegyptiaca sive de aegyptiacorum sacrorum cumhebraicis collatione,
e
stima che ’l primo autor gentile, che n’abbia dato le prime certe notizie degli egizi, egli sia sta
to Dion Cassio, il quale fiorì sotto Marco Antonino filosofo. Di che può essere confutato con
gli
Annali
di Tacito, ove narra che Germanico, passato nell’Oriente, quindi portossi in Egit
to per vedere l’antichità famose di Tebe, e quivi da un di quei sacerdoti si fece spiegare i ge
roglifici iscritti in alcune moli, il quale, vaneggiando, gli riferì che que’ caratteri conservava
no le memorie della sterminata potenza ch’ebbe il loro re Ramse neH’Affrica, nelPOriente e
fino nell’Asia Minore, eguale alla potenza romana di quelli tempi, che fu grandissima: il qual
luogo, perché gli era contrario, forse il Witzio si tacque» (
Sn44
, §
44,
pp.
455-456).
24 «Ma così i chinesi si sono trovati scriver per geroglifici, come anticamente gli egizi e,
più degli egizi, gli sciiti, i quali nemmeno gli sapevano scrivere. E, non avendo per molte mi
gliaia d’anni avuto commerzio con altre nazioni dalle quali potesser esser informati della ve
ra antichità del mondo, com’uomo, che dormendo sia chiuso in un’oscura picciolissima stan
za, nell’orror delle tenebre la crede certamente molto maggiore di quello che con mani la
toccherà; così, nel buio della loro cronologia, han fatto i chinesi e gli egizi e, con entrambi,
i caldei. Pure, benché il padre Michel di Ruggiero, gesuita, affermi d’aver esso letti libri stam
pati innanzi alla venuta di Gesù Cristo; e benché il padre Martini, pur gesuita, nella sua
Sto
ria chinese
narri una grandissima antichità di Confucio, la qual ha indotto molti nell’ateismo,
al riferire di Martino Scoockio in
Demonstratione Diluvii universalis,
onde Isacco Pereyro,
autore della
Storia preadamitica,
forse perciò abbandonò la fede catolica, e quindi scrisse che
’l diluvio si sparse sopra la terra de’ soli ebrei: però Niccolò Trigaulzio, meglio del Ruggieri
e del Martini informato, nella sua
Christiana expeditione apud Sinas
scrive la stampa appo i
chinesi essersi truovata non più che da due secoli innanzi degli europei, e Confucio aver fio-