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GIOVANNI ANTONIO LOCANTO
L’intervento diretto della divina Provvidenza, la memoria del proprio an­
cestrale passato caratterizzano la singolare esperienza storica della religione
ebraica destinata a distinguersi dalle altre forme di religiosità gentilizia:
La religion ebraica fu fondata dal vero Dio sul divieto della divinazione,
sulla quale sursero tutte le nazioni gentili.
Questa Degnità è una delle principali cagioni per le quali tutto il mondo
delle nazioni antiche si divise tra ebrei e genti25.
La distinzione in due livelli tra storia sacra e storia profana riflette,
ovviamente, la differenza strutturale tra il cristianesimo inteso come pre­
senza effettuale della verità, e le altre ‘false’ religioni incapaci di elevar­
si oltre i capricci dei sensi, eppure animate anch’esse dal soffio della di­
vina Provvidenza:
Con quella essenzial differenza traila nostra cristiana, ch’è vera, e tutte
l’altre degli altri, false: che, nella nostra, fa virtuosamente operare la divina
grazia per un bene infinito ed eterno, il quale non può cader sotto i sensi, e,
’n conseguenza, per lo quale la mente muove i sensi alle virtuose azioni; a
rovescio delle false, ch’avendosi proposti beni terminati e caduchi così in
questa vita come nell’altra (dove aspettano una beatitudine di corporali pia­
ceri), perciò i sensi devono strascinare la mente a far opere di virtù26.
Con tutta evidenza il cristianesimo assume, nelle pagine di Vico, il suo
importante ruolo di religione guida di tutte le altre. La religione dei cri­
stiani, infatti, non è una semplice rappresentazione del sacro, ma piutto­
sto costituisce la presenza effettuale della verità nel corso della storia27.
Del resto, a questa superiorità di contenuto rispetto alle altre religioni cor­
risponde, inevitabilmente, anche una maggiore consapevolezza culturale:
E tutto ciò in forza della cristiana religione, ch’insegna verità cotanto su­
blimi che vi sono ricevute a servirla le più dotte filosofie de’ gentili, e colti-
rito non più che cinquecento anni innanzi di Gesù Cristo. E la filosofia confuciana, confor­
me a’ libri sacerdotali egiziaci, nelle poche cose naturali ella è rozza e goffa, e quasi tutta si
rivolge ad una volgar morale, o sia moral comandata a que’ popoli con le leggi» (ivi, § 50,
pp. 459-460).
25 Ivi, §§ 167-168, p. 505.
26 Ivi, § 1110,p. 970.
27 «Come in tutti i movimenti dialettici una questione immediatamente si impone: qual è
il motivo principale che dà energia al movimento e produce la sintesi conclusiva? In Hegel,
la risposta è stata l’idea. In Vico, la risposta è duplice. In ultima istanza, è la Provvidenza; più
immediatamente, anche nell’ordine della scienza, è il mito» (A. R.
CAPONIGRI,
Filosofia efi­
lologia: la ‘nuova arte della critica’ di Giambattista Vico,
in questo «Bollettino» XII-XIII, 1982-
1983, p. 52).
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