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GIOVANNI ANTONIO LOCANTO
pi americane, ai fini dei meri interessi economici della colonizzazione:
egli piuttosto individua nel carattere ferino dei bestioni e dei giganti la
testimonianza della veridicità della sua concezione delle prime fasi del­
la storia umana.
Vico, che aveva avuto l’opportunità di leggere la traduzione italiana
del
Sumario de la naturai y generai historia de las Lndias
di Oviedo, non
menziona nella
Scienza nuova
la tesi azzardata dal cronista ufficiale di
Carlo V. Oviedo, infatti, per giustificare la colonizzazione spagnola ave­
va ripreso la cronologia attribuita arbitrariamente da Annio da Viterbo
allo storico babilonese Beroso, per rivendicare la diretta discendenza
delle popolazioni americane da Esperò, progenitore della stirpe dei so­
vrani spagnoli. Del resto Vico non ritenne opportuno entrare nella po ­
lemica accesa da un siffatto argomento, anche se Bacone e Grozio, due
dei suoi quattro «auttori», erano ufficialmente intervenuti in tale di­
battito. Bacone, identificando nel
Novum Organum
il Nuovo Mondo
con la mitica Atlantide, aveva evidenziato l’elevato grado di civilizza­
zione della terra descritta da Platone. Tuttavia una tale evoluta civiltà
fu distrutta da una grande inondazione da cui si salvarono solo i meno
civilizzati abitanti dei boschi e delle montagne. In tal modo, attraverso
il tema del «diluvio particolare», Bacone, membro del
Council for
Newfoundland
e diretto protagonista della politica coloniale inglese, è
in grado di soddisfare la duplice esigenza di «affermare la legittimità, e
quindi la civiltà degli imperi messicano e peruviano, per dimostrare il
carattere tirannico e abusivo del dominio spagnolo; dall’altro, la neces­
sità di tenere aperta la possibilità di giustificare i propri insediamenti
nell’America settentrionale facendo leva sulla barbarie delle popola­
zioni indigene»37. Diversa nei contenuti, seppure animata da una me­
desima volontà di giustificare lo sfruttamento coloniale, è la tesi di G ro ­
zio. Questi, in qualità di ambasciatore del re di Svezia a Parigi, nella
breve dissertazione
De origine gentium americanarum,
aveva giustifica­
to l’operato delle compagnie commerciali svedesi affermando che «qua­
si tutte le popolazioni che sono al di sopra dell’istmo di Panama sono
derivate dalla Norvegia, o meglio, dagli abitanti della penisola scandi­
nava»38.
La limitata capacità di astrazione logica della prima sapienza poetica
trova la sua più adeguata espressione nei geroglifici:
37 Ivi, p. 239.
38 H. GROTIUS,
De Origine Gentium Americanarum Dissertatio
[1642], cit., in G . GLIOZ-
ZI,
La scoperta dei selvaggi,
cit., p. 446.
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