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GIOVANNI ANTONIO LOCANTO
umani, ma piuttosto lo svolgimento di una «storia ideale eterna», intesa
come forma
a priori,
in cui i singoli e liberi fatti vanno ad inscriversi45.
L’eventualità che la vicenda di un singolo popolo non segua in manie
ra rigida i vincoli della tradizione storica, la potente suggestione evocati
va del canto, il carattere poetico delle leggi, la potenza simbolica dei ge
roglifici, la religiosità estrema che conduce ai sacrifici umani: questi i ca
ratteri del Nuovo Mondo che emergono con forza nelle pagine della
Scien
za nuova.
Tra questi universali caratteri di un’età ancora ferina, di un mon
do giovane, spicca nella sua cruenta, sanguinosa, irruenta immagine la
pietà religiosa di quei popoli ingenui di ‘robustissima’ fantasia:
Insomma, da tutto ciò che si è in quest’opera ragionato, è da finalmente
conchiudersi che questa Scienza porta indivisibilmente seco lo studio della
pietà, e che, se non siesi pio, non si può daddovero essere saggio44.
G
iovanni
A
n ton io
L
ocanto
45
Ricordiamo che G. Kubler ritiene che Vico, convinto che l’America fosse rimasta na
scosta dal mondo prima della scoperta europea, abbia volontariamente omesso le notizie sul
le origini asiatiche degli Indiani d’America divulgate dal gesuita Lafitau: «Vico decise di sa
crificare le ipotesi indipendenti del Lafitau in quanto non erano atte a suffragare la sua tesi
della legge naturale del corso e ricorso delle cose nella storia delle nazioni» (G.
KuBLER,
Vico
e l’America precolombiana,
in questo «Bollettino» VII, 1987, p. 65).
44
Sn44,
§ 1112, p. 971.