SCIENZA E SOCIETÀ
NEL TARDO ILLUMINISMO MERIDIONALE
La maturata consapevolezza storiografica deH’imprescindibile nesso
scienza-filosofia nel pensiero moderno, nell’età compresa tra l’avvio del
la rivoluzione scientifica e la sua definitiva affermazione, ha negli ultimi
decenni sollecitato gli studiosi a un’adeguata ricostruzione della vita
scientifica degli stati d ’antico regime italiani quale premessa indispensa
bile per una pacata riconsiderazione critica delle cause del mancato in
contro tra scienza e società e del conseguente progressivo arretramento,
non solo scientifico, del nostro paese tra Sei e Settecento. Ragion per cui,
soffermarsi su alcune recenti ricerche che direttamente o indirettamen
te offrono spunti di riflessione sul ruolo della scienza nella cultura e nel
la società napoletana del Settecento1può forse contribuire
anche
a una
discussione sulle caratteristiche della tradizione illuminista meridionale
che non si limiti a considerarne cifra assoluta la pure innegabile rigo
gliosa fioritura degli studi storico-filosofici ed economico-giuridici. Pro
spettiva, quest’ultima, sicuramente legittima e produttiva sotto il profi
lo teorico e pratico (basti pensare alla sterminata letteratura critica su
Giannone, Vico, Genovesi, Filangieri, Galanti etc.), ma che inevitabil
mente lascia sullo sfondo il ruolo della cultura scientifica meridionale
nell’età dei Lumi talvolta frettolosamente liquidata perché ritenuta av
viata ad un lento quanto inesorabile tramonto.
È relativamente recente la ripresa degli studi sulle scienze nel Meri
dione d ’Italia nel XVIII secolo; e bisogna riconoscere che particolar
mente arduo è stato il compito degli studiosi impegnati a colmare lacu
ne ancora più vistose, nella modulazione delle singole realtà «regionali»,
nel più generale e inquietante vuoto storiografico protrattosi, sia pure
con solitarie eccezioni, dagli anni Trenta fino agli ultimi decenni del XX
secolo e solo in parte imputabile alla pur lunga egemonia culturale neo
1
G . DI MITRI,
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