138
ROBERTO MAZZOLA
vece Ferrone, che sulle cause del declino della scienza napoletana sette­
centesca ha scritto pagine tanto originali quanto discutibili. Lo studioso,
a nostro avviso, sembra convinto dell’esistenza di un
deficit
epistemico
intrinseco agli scienziati napoletani, poco efficaci nell’affermare i conte­
nuti e le pratiche deH’illuminismo scientifico a cospetto di una rinnova­
ta ma non per questo meno regressiva immagine vitalistica della natura e
della società via via sempre più pervasiva l’intera cultura meridionale. Co­
sicché, se intorno alla metà del secolo la scienza napoletana stentava a te­
nere il passo con le più avanzate realtà italiane, anche perché
Vico, Doria, Giuseppe Pasquale Cirillo, Carloantonio Broggia e molti al­
tri riuniti in accademie, quali privati studiosi, o all’interno della stessa uni­
versità, fronteggiarono risolutamente le tesi di Niccolò e Pietro de Martino,
di Bartolomeo Intieri, di Francesco Serao; giungendo persino a configurare
una sorta di suggestiva controrivoluzione scientifica nel segno di una gran­
de sintesi umanistico-cristiana da contrapporre all’immagine dell’universo-
macchiana newtoniano9,
nella seconda metà del secolo si assisterebbe ad una originale quanto
inquietante «metamorfosi» della ragione illuminista con il prevalere ne­
gli stessi ambienti scientifici di uno stile di pensiero pronto ad accogliere
gli esiti più ambigui del neonaturalismo materialistico diderotiano in­
nestati sul tronco inesausto del magismo rinascimentale. Mesmerismo,
fisiognomica, rabdomanzia avrebbero così trovato benevola accoglien­
za in un mondo intellettuale
naturaliter
incline all’ascolto del canto del­
le sirene dell’irrazionalismo strisciante nella coscienza europea negli ul­
timi tre decenni del secolo. Questa involuzione si può cogliere ad esem­
pio, secondo Ferrone, nel passaggio dallo spirito critico delle
Lezioni
accademiche
di Francesco Serao, che negli anni ’40 riduce il fenomeno
del tarantismo pugliese a «relitto folklorico», alla pseudoscienza empi-
rico-divinatorio della iettatura di Nicola Vailetta e Gian Leonardo Ma-
rugi10.
tes» e scienze. La Reale Accademia napoletana di Ferdinando IV: storia di un progetto,
in «Stu­
di Storici» XXX (1989) 2, pp. 435-456 ora in
[D.,
Lo spirito del secolo. Politica e religione a
Napoli nell'età dell’ Illuminismo,
Napoli, 1992, pp. 107-142.
9
V. F e rro n e ,
Scienza, natura, religione. Mondo newtoniano e cultura italiana nel primo
Settecento
, Napoli, 1982, p. 525.
10 Id.,
I profetidell’illuminismo. Le metamorfosidella ragione moderna
, Roma-Bari, 1989.
Particolare rilievo al rapporto natura scienza nella cultura meridionale è riservato nella prima
parte del volume, pp. 1-137: «sin dall’inizio della seconda metà del secolo il mondo newto­
niano di Celestino Galiani, i suoi tentativi di propagandare l’analisi infinitesimale e le teorie
dei fisici olandesi, avevano cominciato a declinare, finendo quasi con lo sparire negli anni ot­
tanta» (p. 111).
1...,128,129,130,131,132,133,134,135,136,137 139,140,141,142,143,144,145,146,147,148,...272