SCIENZA E SOCIETÀ NEL TARDO ILLUMINISMO MERIDIONALE
143
torio fu accolta con entusiasmo dall’abate padovano e dai sostenitori lo
cali del progetto. Le analisi chimiche effettuate dai più accreditati chi
mici napoletani (Giuseppe Vario, Vito Caravelli, Nicola Andria, Gaeta
no de Bottis, Angelo Fasano) nella sede nella Reale Accademia di Scien
ze e Belle Lettere terminarono nell’aprile del 1784 con risultati confor
tanti. Per una più attenta valutazione della fattibilità economica del pro
getto, Acton decise prudentemente di inviare
in loco
Vario e l’ingegner
Francesco La Vega a raccogliere dati tecnico-scientifici. Le istruzioni era
no estremamente precise: avrebbero dovuto stimare, per quanto era pos
sibile,
il
quantitativo di nitro che produce una data massa di quella terra e di
quelle pietre prese in altezza diversa, il tempo di cui quelle stesse pietre e
terre abbisognano per riprodurlo, e la maniera con cui ne segue la riprodu
zione, cioè se per un costante principio nitroso che abbiano in se indipen
dentemente dall’aria e per cui possa credersi nitro minerale, o per una sem
plice disposizione ad attrarre il nitro aereo proprio di tutte le terre calcaree,
la quale però non dà luogo al fenomeno della riproduzione senza l’imme
diato contatto dell’aria16.
In pratica, prima di avviare l’impresa si chiedeva di chiarire due que
stioni fondamentali, tra loro connesse; da un lato si trattava di stimare
l’effettiva consistenza del giacimento in relazione al fabbisogno annuo
del Regno, dall’altro si attendeva conferma definitiva dell’origine mine
rale del nitro del Pulo. Ad Acton e ai suoi consiglieri era dunque chiaro
sin dal primo momento il legame tra l’aspetto economico e quello scien
tifico. Su questo terreno si giocava l’attendibilità non solo di Fortis ma
anche di quanti lo sostenevano. Per i riformatori meridionali la nitreria
del Pulo rapprestava un banco di prova dell’auspicato connubio di scien
za e «pubblica felicità», il cui successo avrebbe impresso una decisa ac
celerazione alla modernizzazione del paese. La meticolosità dei quesiti
sollevati nel dispaccio della corte mette in luce tuttavia che il ministro
era stato ben informato dei problemi scientifici da affrontare per chiari
re l’eventuale natura minerale del nitro pugliese che rappresentava il ve
ro nodo da sciogliere, tanto che nel documento sono indicati con chia
rezza i principali dubbi dei chimici napoletani sullo
status quaestionis.
A
conferma dell’interesse della comunità scientifica e dei governi europei
basterà ricordare la pubblicazione curata dal Lavoisier nel 1776 del
Re-
cueil de Mémoires et d’Observations sur la formation et sur la fabrication
du Salpètre
e del
Recueil
delle memorie presentate al concorso bandito
16 Ivi, p. 47.