SCIENZA E SOCIETÀ NEL TARDO ILLUMINISMO MERIDIONALE
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torio fu accolta con entusiasmo dall’abate padovano e dai sostenitori lo­
cali del progetto. Le analisi chimiche effettuate dai più accreditati chi­
mici napoletani (Giuseppe Vario, Vito Caravelli, Nicola Andria, Gaeta­
no de Bottis, Angelo Fasano) nella sede nella Reale Accademia di Scien­
ze e Belle Lettere terminarono nell’aprile del 1784 con risultati confor­
tanti. Per una più attenta valutazione della fattibilità economica del pro­
getto, Acton decise prudentemente di inviare
in loco
Vario e l’ingegner
Francesco La Vega a raccogliere dati tecnico-scientifici. Le istruzioni era­
no estremamente precise: avrebbero dovuto stimare, per quanto era pos­
sibile,
il
quantitativo di nitro che produce una data massa di quella terra e di
quelle pietre prese in altezza diversa, il tempo di cui quelle stesse pietre e
terre abbisognano per riprodurlo, e la maniera con cui ne segue la riprodu­
zione, cioè se per un costante principio nitroso che abbiano in se indipen­
dentemente dall’aria e per cui possa credersi nitro minerale, o per una sem­
plice disposizione ad attrarre il nitro aereo proprio di tutte le terre calcaree,
la quale però non dà luogo al fenomeno della riproduzione senza l’imme­
diato contatto dell’aria16.
In pratica, prima di avviare l’impresa si chiedeva di chiarire due que­
stioni fondamentali, tra loro connesse; da un lato si trattava di stimare
l’effettiva consistenza del giacimento in relazione al fabbisogno annuo
del Regno, dall’altro si attendeva conferma definitiva dell’origine mine­
rale del nitro del Pulo. Ad Acton e ai suoi consiglieri era dunque chiaro
sin dal primo momento il legame tra l’aspetto economico e quello scien­
tifico. Su questo terreno si giocava l’attendibilità non solo di Fortis ma
anche di quanti lo sostenevano. Per i riformatori meridionali la nitreria
del Pulo rapprestava un banco di prova dell’auspicato connubio di scien­
za e «pubblica felicità», il cui successo avrebbe impresso una decisa ac­
celerazione alla modernizzazione del paese. La meticolosità dei quesiti
sollevati nel dispaccio della corte mette in luce tuttavia che il ministro
era stato ben informato dei problemi scientifici da affrontare per chiari­
re l’eventuale natura minerale del nitro pugliese che rappresentava il ve­
ro nodo da sciogliere, tanto che nel documento sono indicati con chia­
rezza i principali dubbi dei chimici napoletani sullo
status quaestionis.
A
conferma dell’interesse della comunità scientifica e dei governi europei
basterà ricordare la pubblicazione curata dal Lavoisier nel 1776 del
Re-
cueil de Mémoires et d’Observations sur la formation et sur la fabrication
du Salpètre
e del
Recueil
delle memorie presentate al concorso bandito
16 Ivi, p. 47.
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