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ROBERTO MAZZOLA
avversari, l’ostinazione - pure generosamente animata dal progetto illu­
minista di scienza al servizio della pubblica felicità - nell’indicare nei ne­
mici del progresso i veri responsabili del fallimento della miniera, non
senza ragione appariva un semplice espediente per nascondere i limiti
tecnico-scientifici di Fortis e dei suoi sostenitori. In effetti, se si tiene pre­
sente che «nonostante il rendimento mai entusiasmante dell’impianto del
Pulo, il gruppo promotore che vedeva in Vario, Fortis e Giovene i suoi
esponenti principali, rimarrà sempre ben saldo»21, non può passare inos­
servata la loro scarsa propensione a rimettere in discussione la validità
scientifica di una «scoperta» ancora tutta da dimostrare.
Nel 1790, anno del definitivo
forfait
di Fortis dall’incarico di «regio
mineralogista», a complicare ulteriormente la già tormentata sorte della
nitreria di Molfetta contribuiva il
tour
meridionale del discusso Thou-
venel, che sosteneva di poter individuare giacimenti minerari e falde ac­
quifere sfruttando le straordinarie doti rabdomantiche del suo giovane
assistente Pennet, vero e proprio «mineroscopio» vivente.
Le esperienze
elettrometriche nel Regno di Napoli
, alle quali la De Frenza dedica il cap.
V del suo libro, videro partecipi personaggi come Melchiorre Delfico e
Giuseppe Maria Giovene, per i quali
per le finalità pratiche, per cui doveva essere adoperata, la rabdomanzia
non solo diventava un campo di interesse per lo studioso dei fatti naturali,
ma anche una tecnica per ricavare conoscenze utili al miglioramento delle
attività produttive, proposta agli esponenti più illuminati della classe diri­
gente locale22.
Come ricorda la De Frenza, abbandonate le pericolose contiguità con
le dottrine di Mesmer dopo la pubblicazione nel 1791 del
De viribus
di
Galvani, settori non trascurabili del mondo intellettuale italiano trova­
rono plausibile la nuova veste scientifica della millenaria credenza, no­
nostante l’articolata ma decisa opposizione d ’autorevoli esponenti della
scienza ufficiale come Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Giovanni
Fabbroni, Felice Fontana. Le dottrine di Thuovenel furono accolte fa­
vorevolmente nei circoli colti del Nord-Est italiano anche grazie all’atti­
vità di ricerca e divulgazione promossa da intellettuali
border line
come
Amoretti e Fortis che cercarono alleati anche nel Sud della penisola. Ri­
cordiamo però che l’arrivo a Napoli di Thouvenel nel 1790 avveniva in
un momento critico per Fortis, che dal medico francese otteneva la con­
ferma «sperimentale» della sua tesi dell’esistenza in Puglia del minerale
21 Ivi, p. 87.
22
D e F re n z a ,
op. cit., p. 96.
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