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FABRIZIO LOMONACO
di Vico, immediatamente, dall’economia napoletana fra Seicento e Set­
tecento, o dai tumulti e dagl’intrighi politici»34.
La scelta di non arrendersi alla tentazione di una storia tutta interna
al mondo di Vico ha giovato a comprendere che l’indagine sulle ragioni
della conoscenza effettiva del filosofo è stata anche esposta alla simulta­
nea presenza di tesi vichiane in senso proprio e di più differenziate - ma
non per questo meno interessanti - interpretazioni sintonizzate su teo­
rie o dottrine autonome. Esemplificativi della nuova sensibilità sono ap­
parsi, nel «Bollettino», gli studi dedicati all’erudizione sei-settecentesca
che hanno formulato anche solo
ipo tesi
e
co n gettu re
, per analizzare le re­
lazioni con Jacob Grimm e Morhof, con Kircher e Rùdiger55. Del resto,
anche il frequente richiamo a Vico nel Settecento italiano non si è risol­
to soltanto nella verifica della presenza di questa o quella sua tesi speci­
fica; è stato più spesso l ’occasione di un interessante confronto critico,
fatto di tradimenti e assimilazioni, di distinzioni e assonanze con perso­
nalità secondarie se non marginali, perfino esterne al Regno di Napoli.
Nel febbraio del 1970 Piovani scriveva a Garin, per informarlo sulle pro­
grammate attività del Centro e del «Bollettino», sulle «ricerche a scac­
chiera [...] per la ‘fortuna di V.’ e per ‘Vico e’», promesse dalla Zambelli
e richieste a Sergio Moravia. Ma le informazioni si corredavano anche di
richieste di «consigli» e, in particolare, di «qualche buon suggerimento
per Vico e lo Scotismo; V. e la filosofia medievale»36.
Rifletterò più a lungo - questa la risposta del Garin - al Vico ‘medievale’
ecc. Penso che un lavoro quale quello tentato dallo Scaramuzzi andrebbe da
un lato limitato nel tempo (il Seicento) e dall’altro esteso nello spazio e defi­
nito in rapporto a precisi istituti (scuole e accademie, insegnamento): insom­
ma, la scolastica in Italia nel Seicento e, magari, prima metà del Settecento:
scuole, manuali ecc. logica, fisica, metafisica [...]. Vi raccomando molto le ri­
cerche a tappeto per ‘ambienti’ precisi: il Veneto, la Toscana ecc. Penso che
verrebbero fuori utilissimi contributi, e non solo per la storia della fortuna di
Vico37.
34
Eugenio Garin a Pietro Piovani,
s.
1. [ma Firenze], 12 ottobre 1976, ora in Archivio del­
la «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 6/i (c. lr-v), c. Ir.
C fr. G . MARINI,
Jacob Grimm e Vico,
in questo «B o llettin o »,
IV (1974), pp. 160-168; I.
M . B
attafarano
,
Vico e Morhof: considerazioni e congetture,
ivi,
IX (1979), pp. 89-110; R.
ClAFARDONE,
Riidiger e Vico,
ivi,
X (1980), pp. 167-179; D.
PASTINE,
Teocrazia e storia sacra
in K ircher e Vico,
ivi,
pp. 150-167.
36
Pietro Piovani a Eugenio Garin,
s.
1. [ma Napoli], 15 febbraio 1970, lettera in copia, ora
in Archivio della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 7/i (c. lr-v), c. Ir.
37
Eugenio Garin a Pietro Piovani,
s.
I. [ma Firenze], 20 febbraio 1970, ora in Archivio
della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 7/i (c. 1 r-v), c. 1 r-v, Ir.
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