RECENSIONI
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De iciarchia
di L. B. Alberti, da Elena Fasano Guarini alla vita di Giuliano di
Francesco Guizzelmi, giudice pratese attivo fra XV e XVI secolo, da Franco
Angelini al ruolo di Pietro Machiavelli nell’organizzazione della marina medi
cea, da Maria Pia Paoli a Chiara Matraini e alla pietà mariana a Lucca alla fine
del Cinquecento, da Stefano Villani alla figura di Carles Longland, agente del
l’Inghilterra cromwelliana a Livorno. Un altro inglese, William Coward, medi
co anglicano latitudinarista aderente alla dottrina che negava la sopravvivenza
dell’anima fra la morte e la resurrezione finale, è oggetto del contributo di Da
rio Pfanner, mentre ad altri spazi e ad altri tempi del cristianesimo anglosasso
ne rimanda il saggio di Ornella Confessore sui rapporti fra cattolici americani e
conciliatoristi italiani alla fine dell’Ottocento.
Restando in Toscana, l’applicazione delle rigide norme tridentine sui mona
steri femminili nei due secoli e mezzo che separano il Concilio dalle soppres
sioni napoleoniche si scontra, nel caso di Piombino studiato da Gaetano Gre
co, con i legami sociali e le condizioni economiche che caratterizzano la picco
la comunità e che impongono elementi di mitigazione in particolare riguardo
alla clausura. Quanto alla riorganizzazione postridentina della diocesi di Pistoia
ricostruita da Bruna Bocchini Camaiani, avviata con alcuni decenni di ritardo
essa trova il suo protagonista in mons. Alessandro Del Caccia, vescovo dal 1600
al 1649, la cui azione nei confronti degli ordini religiosi e delle devozioni po
polari inaugura una tradizione radicata cui occorre riferirsi per comprendere
l’effetto dirompente delle riforme leopoldine. Le molte ricerche condotte da
Rosa, nell’ambito del suo costante interesse per il radicamento sociale, politico
e culturale delle istituzioni ecclesiastiche, sull’evoluzione concreta della figura
del vescovo in età tridentina, assieme a quelle da lui dedicate alla realtà dei mo
nasteri femminili, si riflettono anche nel contributo di Achille Erba sul tentati
vo di riforma rigorosa nei confronti dei secondi operato alla metà del Seicento
dal vescovo di Ivrea Ottavio Asinari. L’attuale rinnovamento degli studi sugli
ordini religiosi, cui l’impostazione di Rosa ha molto contribuito, è oggetto del
la rassegna di Francesca Cantù, dedicata in particolare al tema dellemissioni ge
suitiche nel Nuovo Mondo nel Seicento.
La Toscana, il Mezzogiorno italiano e Roma, non casualmente i teatri del
lungo magistero universitario del dedicatario oltre che di molte sue ricerche, so
no ampiamente presenti nel volume. Alla seconda delle tre aree richiama
l'ex
cursus
di Bruno Pellegrino sulle adesioni dei religiosi meridionali alla Repub
blica del 1799, che in attesa di un più esauriente quadro statistico propone di
spiegare il fenomeno in ragione di tre fattori: la penetrazione del cattolicesimo
«democratico», quella del dibattito sull’utilità degli ordini regolari e, infine, i ri
flessi delle riforme tanucciane. Un aspetto poco studiato della storia del Mez
zogiorno, ossia l’attività della prima generazione di intellettuali di provincia for
matisi all’indomani dell’Unità d’Italia, costituisce il contesto in cui Luigi Ma-
sella ricostruisce la breve biografia di Francesco Carabellese, i cui scritti sulla
Puglia medievale e moderna fuoriescono dai limiti «della più tradizionale sto
ria locale e regionale» (p. 632).